Ridotte a quattordici anni di carcere le condanne per Salvatore Casamonica e Tomislav Pavlovic e assolto Silvano Mandolesi, nel processo scaturito dalla maxi operazione antidroga del gennaio 2019, "Brasile low cost", coordinata dalla Dda di Roma e condotta dai finanzieri del comando provinciale e dello Scico nei confronti di un gruppo attivo nel traffico internazionale di cocaina dal Sudamerica. Per Salvatore Casamonica, che nel dicembre del 2013 sedette alla cena di Grottaferrata con Fabrizio Piscitelli, alias Diabolik, il capo ultras della Lazio ucciso al Parco degli Acquedotti il 7 agosto del 2019, e l'albanese Dorian Petoku, finalizzata a sancire la pax mafiosa tra gli Spada e il gruppo criminale capeggiato all'epoca dal defunto Marco Esposito detto "Barboncino", il pm Giovanni Musarò aveva chiesto trent'anni. Così come per Pavlovic, montenegrino ma nell'immaginario collettivo associato alla batteria degli albanesi di Ponte Milvio amici del Diablo, di cui persino Massimo Carminati aveva timore: «Quelli so' brutti forte compa'», diceva di loro al suo braccio destro Riccardo Brugia, intercettato nella maxi inchiesta Mondo di mezzo. Per Mandolesi, narcotrafficante considerato il braccio operativo di Casamonica, invece, la richiesta iniziale era stata di 22 anni.
In primo grado nel luglio del 2022, Casamonica e Pavlovic erano stati condannati dai giudici della quarta sezione penale del Tribunale di Roma a 18 anni mentre Mandolesi, oggi assolto, a 15 anni.