Casamonica, l’ex moglie di Ferruccio: «Spietati, minacce anche ai malati. Riscuotevano i debiti con bastoni e pistole»

La donna ora è collaboratrice di giustizia

Processo Casamonica, l’ex moglie di Ferruccio: «Spietati, minacce anche ai malati. Riscuotevano i debiti con bastoni e pistole»
di Federica Pozzi
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Sabato 15 Luglio 2023, 00:01 - Ultimo aggiornamento: 06:14

«Se qualche debitore non poteva pagare lui faceva un casino, anche solo per 50 euro. Si presentava con i bastoni, la pistola». Così ieri in aula la testimonianza di Carolina Candit, ex moglie di Ferruccio Casamonica, coimputata, diventata poi collaboratrice di giustizia, nel maxi-processo contro il clan nato dall’operazione “Noi proteggiamo Roma” che aveva portato all’arresto, nel giugno 2020, di più di 30 persone. Nei confronti degli imputati le accuse vanno, a seconda delle posizioni, dall’associazione di stampo mafioso all’estorsione, dall’usura all’intestazione fittizia di beni. «Ti spacco la testa, tu non sai con chi hai a che fare, ti faccio sparire», sono solo alcune delle frasi che Ferruccio - come ha spiegato Candit in aula - avrebbe rivolto a chi non gli restituiva i soldi prestati a tassi usurari.

LA MALATTIA

La violenza esplodeva anche davanti a situazioni difficili, persino quando dall’altra parte c’erano persone gravemente malate. «Non aveva cuore», ha detto la donna, raccontando di un uomo malato di cancro che non riusciva più a saldare il suo debito e a cui Ferruccio Casamonica avebbe sottratto la macchina.

Un modus operandi spiegato nel dettaglio dalla Candit, che seguiva il consorte nei suoi “affari” e conosceva tutti i suoi segreti. Contattava i debitori il giorno prima, o lo faceva fare a lei, poi partiva con le minacce se qualcuno diceva di non poter pagare: «C’erano persone che avevano una certa età, io gli chiedevo di dare loro tempo, ma lui non mi ascoltava», ha aggiunto la donna. Interessi altissimi, quelli chiesti da Ferruccio ai debitori: «Se erano in ritardo dovevano portare di più, aumentava l’interesse. In diverse occasioni i debitori si lamentavano di aver restituito più del triplo di quello che avevano preso in prestito, ma Ferruccio non si accontentava mai, voleva sempre di più».

L’ELENCO

Al momento degli arresti, a casa di Piero Iannini, fedelissimo del capo clan, erano state trovate le fotocopie di un’agenda, «era scritta da me, con le scadenze delle rate che i debitori dovevano pagare, il luogo in cui andavamo a ritirarle e i numeri di telefono», ha spiegato Candit al pm Edoardo De Santis. Iannini sarebbe stato incaricato da Ferruccio di istruire le vittime su cosa dire nel caso in cui fossero state contattate dagli agenti: «Dovevano dire che erano suoi amici». Altra preoccupazione del capo clan, su cui ha fatto luce l’ex moglie, era quella di nascondere i soldi, perché non lavorava e non poteva giustificare quel possesso contanti: guadagnava circa 20mila euro al mese. «La parte che riguarda il provento dell’usura veniva consegnata a Christian (il figlio), quando a Ferruccio servivano i soldi glieli chiedeva. Li teneva nascosti nella villa che avevano comprato, mi aveva raccontato Ferruccio, e poi nel garage». A portare i soldi al figlio erano «Ferruccio o Piero, una volta al mese, se erano tanti anche due volte al mese. Io non li portavo, non parlavo con Cristian. Mettevo i soldi dentro un tovagliolo di carta e lo fermavo con lo scotch». Non solo a casa del figlio: «Una volta ha nascosto i soldi dietro al battiscopa. Un’altra volta ha nascosto più di 300mila euro a casa di sua nipote. Oppure, quando abitavamo a Tor Bella Monaca, nella parte inferiore del divano».

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