Roma, fratelli Casamonica lasciano il carcere per i domiciliari e organizzano una festa nella villa confiscata: riportati in cella

I fratelli Giuseppe e Antonio ad aprile erano stati arrestati per aggressione

Roma, fratelli Casamonica lasciano il carcere per i domiciliari e organizzano una festa nella villa confiscata: riportati in cella
di Marco De Risi e Alessia Marani
4 Minuti di Lettura
Martedì 27 Giugno 2023, 00:23

Hanno pensato bene di festeggiare la concessione dei domiciliari in pieno stile Casamonica: balli, canti, una mega festa con tanto di fuochi d’artificio, in più celebrata all’interno della villa della nonna, un bene già confiscato dall’antimafia. E così per i due rampolli di 19 e 21 anni, Giuseppe e Antonio, figli del ben più noto Guerrino, detto Pelè, già nei guai per associazione mafiosa, usura, estorsione e intestazione fittizia di beni, si sono spalancante nuovamente, e a tempo di record, le porte delle patrie galere. 

IL BRINDISI
Dopo solo quattro giorni dalla decisione del giudice di farli tornare a casa dopo che il 17 aprile scorso furono arrestati per avere sfregiato con un coltello il volto (tagliandogli un pezzo d’orecchio) a un cittadino egiziano durante una banale lite per questioni di viabilità, i poliziotti sono di nuovo intervenuti per riportarli in carcere.

Come mai? La sera stessa per la prima volta ai domiciliari hanno organizzato il party con fuochi d’artificio nel villone di via Flavia Demetria. Pensavano di passare inosservati, o meglio di contare sull’omertà dei vicini di casa. Invece nulla di tutto questo. La “dritta” giusta è arrivata alla Squadra Mobile, mentre qualche cittadino infastidito per i rumori ha chiamato il 112. Quando sul posto, però, sono arrivate le macchine della polizia, c’è stato il fuggi fuggi generale e i due giovani Casamonica si sono dileguati nel nulla. Ma poi gli agenti si sono messi sulle loro tracce, li hanno individuati, hanno ricostruito il party fuorilegge e, alla fine, hanno ottenuto dal giudice il ritorno dietro le sbarre.

IL PRECEDENTE
Quel 17 aprile, giorno di Pasqua, l’egiziano Magdy Mahomoud era stato selvaggiamente picchiato da un gruppo di persone dopo che era scoppiata una discussione legata proprio al traffico e alla viabilità in via Calpurnio Bellico, al Tuscolano, territorio di riferimento della famiglia di origine nomade. Erano le quattro del mattino e gli aggressori, tanto per essere chiari, urlano al malcapitato: «Siamo Casamonica». L’uomo fu costretto ad arrestare la corsa della sua auto a bordo della quale c’erano anche la moglie e due figli minorenni. Poi il finimondo: Antonio Casamonica aveva cercato di ferirlo con un coltello, mentre Giuseppe lo colpiva con un pugno al volto, facendolo cadere per terra. Infine, mentre un complice sconosciuto immobilizzava l’egiziano, Antonio usando un coltello gli recideva un pezzo di orecchio. 

Era stato poi lasciato in una pozza di sangue e, dal referto medico, era stato accertato un trauma cranico-facciale, contusioni multiple e la recisione della porzione superiore del padiglione auricolare destro.

IL PROCESSO 
Quindi le indagini e l’arresto su mandato della Procura di Roma e della Direzione distrettuale antimafia. A incastrare i due rampolli, le immagini delle telecamere di via Calpurnio Bellico che hanno ripreso l’intera sequenza del brutale pestaggio e quindi la fuga. 

Nel processo, la vittima per paura di altre conseguenze, non si costituì parte civile. I due Casamonica, a fine maggio, sono stati comunque condannati a 4 anni per lesioni aggravate, mentre il pm ne aveva chiesti 8. Quindi la richiesta da parte del loro legale accolta dai giudici delle misure domiciliari. Ed è con grande sorpresa che i poliziotti li hanno, invece, scovati in via Flavia Demetria nel villone che era appartenuto alla nonna e al nonno Giuseppe, padre di Pelé. Come se nulla fosse. 
 

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