Tivoli, si rompe l'autobus in salita. Ecco cosa succede ai passeggeri

Tivoli, si rompe l'autobus in salita. Ecco cosa succede ai passeggeri
di Alessandro Tittozzi
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Lunedì 30 Maggio 2016, 18:12 - Ultimo aggiornamento: 22:13
Chissà se li avevano avvisati che nel prezzo del biglietto era prevista anche la spinta del bus. A vederli in foto non si direbbe proprio, vista l’enorme  fatica per spostare in salita il bisonte del Cotral, crollato sotto il primo caldo della stagione. E così i passeggeri della linea Genazzano-Tivoli, l’altro ieri mattina mentre si trovavano a percorrere l’ultimo chilometro della tratta, all’improvviso si sono trovati a spingere la corriera, rimasta bloccata da un guasto al sistema dell’alimentazione. Una scena surreale che ha fatto il giro dei social e che ancora una volta ha messo in evidenza la vetustà dei mezzi dell’azienda regionale dei trasporti. Ma non è stato facile far muovere il bus, anzi. Il mezzo, infatti, si è bloccato in via dell’Acquaregna, una strada in salita molto stretta e con un unico senso di marcia.

Per evitare la paralisi del traffico della zona, gli utenti e i passanti sono dovuti scendere di corsa e cominciare a spingere in avanti il mezzo per farlo uscire dalla strettoia in cui aveva smesso di camminare. Solo dopo una decina di minuti di sforzo infernale, l’autista è riuscito a parcheggiare la corriera in un tratto di strada più largo e consentire poi l’arrivo di un carro attrezzi. I passeggeri, invece, stremati dalla fatica, hanno raggiunto il capolinea di via Empolitana a piedi e poi hanno proseguito il tragitto con un'altra linea. Quello di sabato mattina è solo l’ultimo disservizio per il consorzio regionale del Lazio, costretto a lavorare con autobus vecchi di almeno 10 anni. Eppure l’azienda del trasporto pubblico è in attesa di una nuova fornitura di mezzi che dovrebbe rinnovare l’intero parco vetture a breve. Ma la consegna delle nuove corriere è stata bloccata da un ricorso al Tar, da parte della ditta che è arrivata seconda nella gara d’appalto. Ancora una volta la burocrazia ci mette lo zampino e a rimetterci sono sempre gli utenti. E in questo caso, oltre al danno, anche la beffa di dover spingere l’autobus in salita.
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