Binge drinking, allarme tra le donne: nel Lazio si beve troppo

Il report dell’Istituto superiore di sanità: «Preoccupano le cosiddette abbuffate alcoliche spesso responsabili di incidenti stradali gravi»

Binge drinking, allarme tra le donne: nel Lazio si beve troppo
di Giampiero Valenza
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Martedì 8 Agosto 2023, 07:12

Nel Lazio ci si ubriaca di più che nel resto d'Italia, con amari e superalcolici che fanno alzare il gomito specie delle donne in maniera preoccupante. E allarma anche il binge drinking, le ubriacate compulsive. La fotografia che viene dall'analisi 2023 dell'Epidemiologia e il monitoraggio alcol-correlato apre a uno scenario complesso per Roma, Latina, Frosinone, Rieti e Viterbo. Lo studio è stato condotto dall'Istituto superiore di sanità e fa parte della valutazione dell'Osservatorio nazionale alcol per capire come evolve questa dipendenza tra gli italiani. L'analisi, che fa riferimento a dati del 2021, fa emergere come nel Lazio la prevalenza di consumatori di almeno una bevanda alcolica sia stata pari al 77,2% tra gli uomini e al 59,9% tra le donne. Se per i primi il dato è esattamente in media rispetto al resto della penisola, per le seconde no: in Italia, infatti, hanno alzato il gomito almeno una volta all'anno il 56,1% delle donne. Quanto al dettaglio dei consumi, il Lazio si caratterizza per avere le percentuali più alte rispetto al resto del Paese per tutte le categorie. Bevono vino il 67% degli uomini e il 48,1% delle donne rispetto al 65,7% e al 43,7% nazionale. Consumano birra un po' meno persone: il 63,2% degli uomini e il 41,2% delle donne (a fronte del dato complessivo del 64% e del 37,5%). Più alto anche il consumo di aperitivi alcolici (46,6% degli uomini e 31,3% delle donne) ma anche di amari: qui la percentuale schizza al 47,2% degli uomini (a livello nazionale è al 42,4%) e al 20,2% delle donne (contro il 18,3% nazionale). Anche sui superalcolici non si scherza: ne fanno uso il 41,1% dei maschi (contro il 37,8% complessivo) e il 16,2% delle femmine (contro il 15,6% dell'intero Paese).

 

I danni

«L'alcol - scrive nel rapporto Emanuele Scafato, direttore dell'osservatorio nazionale alcol ed ex presidente della Sia, la Società italiana di alcologia - è riconosciuto come causa di circa 200 malattie e secondo l'Iarc, l'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, viene catalogato come sicuramente cancerogeno per l'essere umano. Il consumo, anche moderato, di qualunque bevanda alcolica è collegato a un incrementato rischio di sette forme di cancro, con una particolare vulnerabilità per le donne».

 

A rischio

Secondo lo studio dell'Istituto superiore di sanità sono a rischio di patologie il 18,7% degli uomini e l'8,4% delle donne del Lazio che fanno uso di bevande alcoliche. Rientrano invece all'interno della categoria degli "abituali eccedentari" (cioè chi consuma alcol oltre una quantità e una frequenza che possono comunque incorrere in rischi per la salute), un altro 10,8% degli uomini e 6,2% delle donne. A preoccupare è anche il fenomeno del binge drinking, cioè del bere per ubriacarsi, quel consumo episodico eccessivo che porta in pochissimo tempo ad aumentare la concentrazione di etanolo del sangue. Si tratta di un comportamento iniziato nel Nord Europa e che poi si è diffuso nel mondo. In Italia viene definita così quella pratica che corrisponde a bere più di sei bicchieri di bevande alcoliche nell'arco di breve tempo. Il superamento di questa soglia causa il rischio di danni acuti, tra cui quelli derivati anche da cadute e incidenti automobilistici. Nel Lazio in questa categoria ci sono il 9,9% degli uomini e il 3,1% delle donne: dati leggermente inferiori rispetto al 9,5% e al 3,6% della media dell'intera penisola.
 
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