Roma, bancarelle: il mercato dei subaffitti ai bengalesi fino a mille euro al mese

Sempre meno italiani dietro ai banchi. Al loro posto stranieri come nuovi gestori

Roma, bancarelle: il mercato dei subaffitti ai bengalesi fino a mille euro al mese
di Camilla Mozzetti
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Domenica 26 Febbraio 2023, 07:51 - Ultimo aggiornamento: 27 Febbraio, 08:55

Qualcuno se lo sarà chiesto passeggiando per via Cola di Rienzo, via Ravenna, Città giardino: ma gli ambulanti di Roma sono ormai tutti bengalesi? Dietro ai banchi a vendere maglioni, biancheria, pentole e scarpe si scoprono sempre meno italiani e sempre più cittadini provenienti dal Bangladesh. Hanno comprato le licenze dai titolari storici? No, pare che siano solo in "subaffitto". Non vale solo per gli appartamenti e le stanze degli universitari anche le bancarelle si passano di mano e il meccanismo è dilagante soprattutto nei posteggi in rotazione, quelli cioè che cambiano e non vedono mai il titolare di una licenza fermo al solito posto. Motivo per cui queste bancarelle sono più appetibili e potenzialmente più redditizie. In questo caso il "mercato" è questo: il titolare di una licenza in rotazione paga mediamente all'anno a Roma Capitale circa 2 mila euro per l'occupazione di suolo pubblico, deve alzarsi presto al mattino, lavorare anche con la pioggia e il freddo e allora ecco che al loro posto arrivano i bengalesi.

Logica vorrebbe che fossero loro ad essere pagati, come dei dipendenti, e invece sembrerebbe che il meccanismo sia il contrario. «Ai cosiddetti "tavoli di concertazione" vengono sempre le stesse 15/20 persone, da 30 anni, a parlare di posti di lavoro. Poi per strada trovi sempre ragazzi del Bangladesh a cui vengono subaffittate le licenze. Loro sì che lavorano. Ma agli incontri non li ho mai visti - denuncia il presidente della commissione Commercio Andrea Alemanni - la verità è che stiamo parlando di rendite».

Per i veri titolari delle licenze, s'intende. Formalmente questi bengalesi risultato "gestori" oppure sono stati delegati dai titolari per occuparsi del banco e dunque se dovesse arrivare un vigile urbano non c'è il rischio di incorrere in una sanzione o contravvenzione. E poi c'è dell'altro, un'ipotesi al momento, che quantomeno merita di essere verificata ovvero quella per cui dietro al meccanismo ci possa essere dell'altro. Che magari sia attinente e funzionale a far ottenere al bengalese di turno il permesso di soggiorno? Chissà.

IL PREZZARIO

E veniamo alle cifre che si presume siano sborsate. Dipende, anche perché non c'è mica un regolare contratto. I "canoni" - se così li vogliamo chiamare - variano a seconda della posizione: più ghiotta è la zona della Capitale da un punto di vista commerciale più alta sarebbe la cifra che il titolare della licenza chiede dal bengalese di turno. Si presume che le tariffe possano arrivare anche a mille euro al mese. È bene precisare come tuttavia all'interno dell'ambulantato romano ci siano davvero e ancora dei titolari che, quotidianamente, da titolari di licenza montano e lavorano, che non fanno storie sui posti che l'amministrazione gli assegna, che girano sui turni in base alle disposizioni, che pensano a come vendere la propria merce. Che in sostanza non sia un comparto completamente allo sbando. Ma sarebbe senz'altro interessante che qualcuno dell'amministrazione andasse a controllare per quali ambulanti quei bengalesi, che si trovano poi dietro i banchi, "lavorano".

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