La quinta sezione penale della Corte di Cassazione ha rigettato i ricorsi e la richiesta odierna del procuratore generale di annullamento della sentenza d'appello, alla quale si erano associati gli avvocati di parte civile. Finisce così la vicenda giudiziaria che ha riguardato Salvatore Lupoli e Alessio Sparacino, insieme ai colleghi Daniele Bruno e Massimo Cocuzza. Già in Corte d'Assise e in appello gli agenti erano stati assolti perché il fatto non sussiste.
I primi due erano ritenuti gli autori delle percosse che avevano causato il successivo decesso di Brunetti, gli altri gli autori di un verbale falso per "coprire" i colleghi. Ricostruzione che il collegio di difensori - gli avvocati Maurizio Curcio, Marco Fagiolo, Giovambattista Maggiorelli, Andrea Barbesin e Oreste Palmieri - ha sempre respinto.
L'accusa nasceva dalle dichiarazioni di Brunetti (nella foto sotto) al pronto soccorso dell'ospedale di Velletri, dove venne portato dal carcere, che disse al medico "sono state le guardie" e dalla perizia medico legale che faceva risalire a 18-20 ore prima del decesso le percosse subite. A quell'ora l'arrestato era nelle camere di sicurezza del commissariato. In realtà Brunetti era stato coinvolto in una colluttazione già prima, a seguito del tentativo di furto commesso a Nettuno.
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