A meno di 100 metri da viale Marconi, «a 5-10 minuti a piedi dalle principali sedi delle facoltà dell'Università Roma 3, a 10 minuti di autobus dallo Ied e a 10 minuti di autobus dalla John Cabot University», una stanza è data in affitto a 860 euro al mese. In piazza Re di Roma, «a 20 metri dall'ingresso della metro A», a «40 minuti dall'Università Tor Vergata, a 30 minuti dall'Università Lumsa», il prezzo è un po' più alto: 970 euro. Ma, si precisa, nella stanza più grande della casa c'è «un letto, un armadio a tre ante, una scrivania XL con portaoggetti, un'ampia libreria, uno specchio, una scarpiera e una poltrona relax». Sempre nello stesso appartamento, un'altra stanza (un po' più piccola) viene piazzata a 890 euro. Sono questi alcuni degli esempi delle offerte più care proposte agli studenti. C'è chi ci specula e chi cerca di descrivere al meglio la vicinanza della camera alle università capitoline. Nella galassia delle migliaia di proposte d'affitto che affollano il web, c'è chi tiene aggiornato il suo annuncio di un popolarissimo sito tra gli studenti, dicendo che la sua offerta (messa in vendita a 550 euro a stanza) è già tutta occupata: è un appartamento a viale Somalia di 100 metri quadri.
Alessandro Cerioni, dottorando a Milano: «Vivo in 9 mq a 650 euro, ma non rinuncio al mio sogno»
Viene venduta a 950 euro al mese una camera in affitto a viale dello Scalo San Lorenzo: 15 metri quadri e un bagno condiviso.
MICRO-SOLUZIONI
Non mancano i sottoscala. A Finocchio, «a circa 6 km dalla zona commerciale e universitaria di Tor Vergata», si propone un «appartamento seminterrato completamente arredato», a 350 euro al mese. A Boccea, in 15 metri quadrati, c'è un cucinino, un divano letto, un bagnetto con doccia, water e lavandino e una finestra che, dalle immagini, sembra quella di una cantina in parte sotto terra. E c'è chi la piazza anche gratis, pur di avere in cambio un po' di assistenza. «Offro camera in affitto gratuita a ragazza universitaria in cambio di tre ore giornaliere di servizi vari a un'anziana disabile», si legge in una proposta che viene dal quartiere Appio Latino.