Non potendosi scagliare contro chi, per paura, continuava a pagarlo, armato di daga si è buttato contro un suo amico fracassandogli il volto. Quell’uomo si era intromesso in questioni che non lo riguardavano ed è finito in ospedale con 25 giorni di prognosi. Lui l’aggressore, poi arrestato e condotto in carcere al termine di un’indagine sul racket degli alloggi dell’Ater in zona Gazometro, l’aveva detto chiaramente: «Con me non devi giocà, a me di andare a Regina Coeli non me ne frega un c....».
LA DINAMICA
Tutto iniziò lo scorso giugno quando gli agenti di polizia della sezione Volanti intervennero a piazza del Gazometro perché un uomo era stato colpito da una daga al volto. L’aggressore, Mauro Scarton, fu trovato con la spada ancora in mano ma non fu arrestato.
LE MINACCE
Ma l’occupante pur avendo sempre pagato, in alcuni momenti si era dimostrato “insolvente” così Scarton aveva iniziato a minacciarlo, a intimorirlo, fino a che il suo amico si è messo in mezzo finendo all’ospedale con il volto fratturato. «L’altra volta te sei salvato che hai chiamato il 112 pezzo di m....» sbottò l’aguzzino dopo il pestaggio. «Te caccio via di casa, sei un infame» e contro l’uomo ferito: «adesso ti ho fatto solo uno sfregetto, la prossima volta ti accoltello proprio». Dopo la denuncia, seguita al pestaggio, la vittima ha dovuto cambiare le proprie abitudini per evitare di incontrare l’uomo: «temo per la mia vita e la mia incolumità, è una persona veramente pericolosa, priva di scrupoli». Un mese dopo il ferimento Scarton incontra l’amico dell’occupante romeno e torna a intimorirlo: «devi ritirare la denuncia. Ti accoltello davvero». La vittima riuscì a salire in macchina e a scappare. Scarton è stato arrestato e condotto in carcere perché come ha scritto il Riesame: «al di là dell’evidente impossibilità di riporre affidamento nella capacità di autocontrollo di Scarton, comunque la misura domiciliare non potrebbe essere applicata in ragione dell’estrema vicinanza della sua abitazione a quelle delle persone offese (nello stesso condomino e nell’edificio adiacente) tale da impedire, quand’anche venisse disposta l’applicazione» del braccialetto «elettronico, un tempestivo intervento delle forze dell’ordine». Il romeno, del resto, pare ancora occupare abusivamente il locale di proprietà del Comune di Roma.