Roma, cadavere sparisce 2 anni al cimitero di Prima Porta: pompe funebri nei guai

La truffa: i parenti pagarono 2.500 euro per le esequie

Roma, cadavere sparisce 2 anni al cimitero di Prima Porta: pompe funebri nei guai
di Valeria Di Corrado
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Venerdì 5 Maggio 2023, 06:57 - Ultimo aggiornamento: 6 Maggio, 08:42

A due anni e mezzo dalla sua morte, il corpo di un'anziana romana si trova ancora "abbandonata" in un campo comune del cimitero Flaminio. Non ha una lapide con il suo nome inciso sul marmo, ma solo una croce metallica conficcato nel terreno con un numero identificativo, come avviene per le persone senza identità o che non vengono reclamate dalle famiglie. I parenti della signora non possono nemmeno portare dei fiori sulla sua tomba. E questo perché, stando a quanto ricostruito dalla Procura di Roma, sono stati vittime di un raggiro da parte dell'agenzia alla quale si erano rivolti per le esequie e la cremazione. Il pubblico ministero Silvia Sereni - sulla base delle indagini svolta dai carabinieri della stazione di Ostia - ha chiesto infatti il rinvio a giudizio per truffa aggravata del titolare della ditta di pompe funebri, Bruni. L'avvocatessa Angela De Rosa, che assiste i familiari della defunta, ha già da tempo presentato un'istanza di sequestro della salma, ma la pm su questo non si è pronunciata. La signora quindi resta senza una degna sepoltura; una condizione che nell'antica Grecia rappresentava il massimo disonore, tanto che Omero nell'Iliade narra della supplica del re di Troia Priamo nei confronti di Achille per farsi restituire il cadavere del figlio Ettore.

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LA DENUNCIA
Per tornare ai giorni scorsi, a distanza di oltre 3.200 anni, a Roma può succedere anche di "perdersi" il morto.

La sorella e il fratello della 76enne, deceduta l'8 ottobre 2020 nella "Clinica delle Rose", sono rimasti infatti senza sue notizie per molti mesi. Avevano affidato la salma all'agenzia funebre "San Giovanni" dei fratelli Bruni e aspettavano di vedersi consegnare in pochi giorni l'urna con le ceneri, avendo pagato 2.500 euro tra funerale e spese per la cremazione. Il 29 settembre 2021 il fratello della signora, esasperato e indignato dopo quasi uno anno di attesa, si era rivolto agli uffici del cimitero scoprendo che la sorella «risultava sepolta, ad insaputa di tutti, in un campo dove finiscono le bare prive di tomba»; il cosiddetto "campo inconsunti". C'è solo una croce metallica piantata nel terreno che serve a individuarne la posizione. Richiamata l'agenzia funebre, i titolari avrebbero continuato «ad accampare scuse e prendere tempo», tanto che i parenti hanno deciso di rivolgersi alla magistratura, accusando la ditta di «aver sottratto con l'inganno e sepolto all'insaputa dei propri cari la salma, abbandonandola in un campo comune, dove mai nessuno avrebbe potuto portarle un fiore o rivolgerle una preghiera». Contestualmente, hanno chiesto al pm il sequestro del corpo, che però non è ancora stato disposto.

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Nella denuncia-querela presentata alla Procura capitolina, i fratelli dell'anziana hanno riferito che dopo la sua morte furono «subito contattati dalla Rsa che, oltre a informarci dell'accaduto, ci suggeriva, qualora ne avessimo avuto bisogno, un'agenzia funebre i cui addetti, a loro dire, si erano presentati presso la struttura e resi disponibili a occuparsi dei funerali e della sepoltura di nostra sorella. Non conoscendo altre agenzie e, peraltro, presi dallo sconforto in quel triste momento, decidemmo di affidarci a quella che ci era stata suggerita, la "San Giovanni" dei fratelli Bruni». La famiglia pagò anticipatamente tutte le spese: «1.670 euro per il funerale e 851 euro per la cremazione e la successiva dispersione delle ceneri nel Giardino dei Ricordi», un'area che si trova all'interno del cimitero di Prima Porta. «Ci fu detto dagli addetti dell'agenzia funebre che a breve, o comunque al massimo entro un paio di mesi, saremmo stati contattati». Invece sono passate settimane e poi mesi. E ora, dopo due anni e mezzo, il corpo della loro cara è ancora lì.
 

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