«Credo che avere la terra e non rovinarla sia la più bella forma d’arte che si possa desiderare», diceva Andy Warhol. Ed è proprio l’arte a sollecitare la meditazione sul pianeta e sul modo in cui l’uomo lo abita nelle mostre Cascasse il cielo del duo Vaste Programme, a cura di Giulia Tornesello, e Corpi d’aria di Stefano Cerio, che saranno inaugurate stasera presso la galleria 1/9 unosunove, dove saranno visitabili fino al 20 maggio.
Un percorso concepito come una bipersonale, in un intreccio di rimandi e suggestioni. «La galleria aveva in programma un’esposizione di lavori di Stefano Cerio – spiega Giulia Tornesello – con gli scatti della serie Aquila, realizzati presso L’Aquila, appunto, con gonfiabili pop dai colori accesi nelle aree devastate dal sisma. Quando sono stata chiamata a progettare una mostra per creare una bipersonale, per me è stato naturale pensare al lavoro del duo Vaste Programme, incentrato sulla post-fotografia, ossia su foto fatte da altri, trovate online e rielaborate».
La mostra del duo Vaste Programme
Composto da Giulia Vigna, classe 1992, e Leonardo Magrelli, nato nel 1989, il duo è attivo a Roma dal 2017. E l’ambiente è proprio uno dei temi chiave della sua ricerca, che sarà illustrato e indagato con due installazioni, realizzate tra il 2021 e oggi, in questa occasione esposte per la prima volta. Ecco allora Le nostre radici, composto da cinquantacinque pezzi unici: foto di alberi caduti in città su vetture parcheggiate sono stampate sulle forme ad abete dei classici profumatori per auto.
Ed ecco anche Il tuo domani, oggi monumentale cartellone pubblicitario con l’immagine stereotipata di una famiglia felice che collassa su se stessa sotto il peso della realtà. «La loro opera ruota intorno al tema del riscaldamento globale, guardando agli effetti distruttivi dell’industrializzazione sulla natura – racconta Tornesello – le rielaborazioni di foto hanno un intento quasi cronachistico, di denuncia. Gli alberi caduti sono la conseguenza di temporali violenti ma anche dell’incuria pubblica e qui vengono proposte su un oggetto di uso comune, noto a tutti.
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A fare da trait d’union tra le mostre, dunque, è la denuncia del mancato rispetto dell’uomo per l’ambiente, che passa anche per la costruzioni di paradossi pop. «Conosco bene il lavoro di Cerio e ho un profondo legame con L’Aquila, dove ho studiato e ho pure lavorato presso il Maxxi – prosegue – alcune delle sue immagini al Maxxi sono già state esposte e ci sarà una serie di inediti. C’è una vena ironica nelle sue fotografie, non a caso porta dei gonfiabili da luna park in zone distrutte dal terremoto.
Quello stesso tipo di ironia si riscontra nel lavoro di Vaste Programme. Entrambi decidono di non raccontare la tragedia attraverso la tragedia stessa, ma di trasformarla in altro». Opera dopo opera, a comporsi è un iter tra solleciti e interrogativi che, nella creazione di scenari inusuali, anche surreali, vede lo strumento per ripensare il presente. Allerta d’artista per conquistare gli sguardi e scuotere gli animi.
Dove e quando: 1/9unosunove, via degli Specchi 20. Da oggi, inaugurazione alle 18, fino al 20 maggio
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