Roma, Hamleys apre alla Galleria Alberto Sordi. Enrico Preziosi: «Smartphone e tablet? Il giocattolo fisico è insostituibile»

Cicciobello, Crystal Ball, Canta Tu, Emiglio il robot sono alcuni dei giocattoli cult a marchio Giochi Preziosi. Il fondatore Enrico Preziosi: «Ci sono brand difficili da dimenticare e l'amore per il vintage lo dimostra. Quest'anno riporteremo anche il Dolceforno». E domani alla Galleria Alberto Sordi di Roma l'inaugurazione del negozio di giocattoli Hamleys gestito da Giochi Preziosi

L'imprenditore Enrico Preziosi, 76, fondatore dell'azienda Giochi Preziosi
di Tiziana Panettieri
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Mercoledì 13 Marzo 2024, 20:19

Giocare è una cosa seria per Enrico Preziosi. Dispensare gioia, emozioni, divertimento è per il fondatore di Giochi Preziosi una missione di vita dal 1978, anno di nascita dell’azienda oggi quarta al mondo nel settore giocattoli dopo Mattel, Hasbro e Lego e seconda in Europa dopo i mattoncini colorati di origine danese. Tra gli Anni Ottanta e Novanta, l’imprenditore oggi 76enne era quanto di più simile a Babbo Natale agli occhi dei bambini che con Cicciobello, Emiglio il robot, Canta Tu, Crystal Ball e altri giochi ha plasmato la fantasia di intere generazioni. Successivamente entra nel mondo del calcio come dirigente sportivo, legando il suo nome alle squadre del Saronno, Como e Genoa, di cui è stato presidente e proprietario fino al 2021. Oggi Giochi Preziosi, dopo aver siglato negli anni accordi di distribuzione di prodotti internazionali (tra cui Barbie, Sailor Moon, Dragon Ball, Pokémon) e aver acquisito marchi come Trudi, è gestore in esclusiva di Hamleys in Italia, il più antico brand di giocattoli al mondo, che domani alle 15 alla Galleria Alberto Sordi di Roma inaugurerà il secondo store dopo Milano. Il “re del giocattolo” ha ancora ben salda la corona sulla sua testa. 

Le piace questo soprannome?

«Mi è stato dato. Mi soddisfa di più aver mantenuto la leadership nel mercato».

Un mercato sempre più influenzato dalla tecnologia. Come stare al passo coi tempi?

«So che smartphone, tablet e intelligenza artificiale cambieranno sempre di più l’approccio al gioco, ma il giocattolo fisico è fondamentale per l’apprendimento e la crescita di un bambino».

Cosa aspettarci dal negozio di Roma?

«Magia, intrattenimento e animazione per tutta la famiglia».

Che giocattoli si potranno acquistare?

«L’offerta è ampia e trasversale. Giochi di magia, pupazzi, gadgets, il Crystal Ball e si potrà creare il proprio orsetto di peluche con il kit “Build a Bear”».

Ne parla in maniera entusiasta.

«Ho conservato la capacità di sorprendermi.

A volte mi chiedo se vivo per giocare o gioco per vivere».

Il Crystal Ball, la pasta gommosa crea palloncini, va ancora così forte?

«Il ritorno al vintage è un chiaro segnale che ci sono brand difficili da dimenticare. Crystal Ball è uno di questi così come i Gormiti, protagonisti nei prossimi mesi su Rai2 di una nuova serie live action e il Dolceforno, che rilanceremo quest’anno in una nuova versione».

Per la gioia dei trentenni di oggi. Come sarà?

«Più sicuro e costruito con materiali innovativi. Quando ho iniziato si usavano plastiche e lamiere, oggi improponibili».

La televisione è stato il perfetto contenitore degli spot dei suoi giocattoli, oggi non è più così. Come è cambiata la comunicazione?

«È frammentata, ci siamo dovuti adeguare a Internet. Quelli erano i tempi di Bim Bum Bam, non è più così da quindici anni».

Che opinione ha degli acquisti online?

«Sono inevitabili, ma racchiusi in una percentuale precisa. I negozi stanno ritornando».

Quale sarà il futuro del giocattolo?

«Bella domanda, stiamo studiando. L’importante è capire le tendenze, per questo la mia azienda si nutre di giovani collaboratori. Quello di cui siamo convinti è che il giocattolo ha una funzione che non si può sostituire».

E nel suo di futuro vede un possibile ritorno nel mondo del calcio?

«Magari nella prossima vita, dopo trent’anni mi fermo qui».

Nessun ripensamento?

«Il sistema dovrebbe essere più equo per dare a tutti le stesse chance, ma così non è e quindi più ci sto lontano e meglio vivo».

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