Enrico Vanzina, il noir è da brividi: parterre di celebrità per il nuovo romanzo del regista

"Il cadavere del Canal Grande" presentato al Circolo Canottieri Aniene

Enrico Vanzina, il noir è da brividi: parterre di celebrità al Canottieri Aniene per il nuovo romanzo del regista
di Lucilla Quaglia
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Martedì 22 Novembre 2022, 08:23 - Ultimo aggiornamento: 25 Febbraio, 04:13

Le inconfondibili note del Notturno di Chopin accolgono gli ospiti della presentazione. Poi si passa agli spartiti del Rondó Veneziano. Maschere carnevalesche dipinte invadono lo schermo della sala. Ed è già magia. Al Circolo Canottieri Aniene la scena è pronta per le vicende di un giallo storico.

Complice la penna di Enrico Vanzina che nel suo “Il cadavere del Canal Grande” gioca con i miti della Venezia del Settecento: Casanova, Tiepolo, La locandiera. Delitti, donne sensuali, un meccanismo perfetto e grandi colpi di teatro: un romanzo di ambientazione d’epoca avvincente. A presentare l’opera al sodalizio bordo Tevere, accolti dal presidente Massimo Fabbricini, Fulvio Abbate e Pierluigi Battista.

La sala è affollatissima. Ci sono Samaritana Rattazzi e Nancy Dell’Olio, in look nero. Ecco Maddalena Letta e Elena Bonelli. Arrivano Jas Gawronski, con la bella compagna attrice Maddalena Maggi, Livia Azzariti, Francesca Malagó e Fabrizio Maffei. Si riconosce il consigliere per la comunicazione del Quirinale Giovanni Grasso. Appaiono Giampaolo e Rossana Letta.

 

La scrittrice Simona Sparaco manda un messaggio di congratulazioni. Fa il suo ingresso il presidente del Coni Giovanni Malagò. «Vanzina si immerge nel Settecento veneziano - commenta Abbate - e leggendolo mi è venuto in mente Gustave Flaubert. Con talento riproduce nel vitro della sua fantasia uno scenario che mette insieme il Settecento, Casanova, i Tre moschettieri. Un’opera di ingegneria».

«Un libro ben riuscito», aggiunge Battista. «I primi miei ricordi - conclude l’autore - sono legati a Venezia, a mio padre e anche alle letture su Casanova. Ma questo è un libro sulle fragilità, non c’è nulla di celebrativo. È un libro per divertire». Si commentano le gesta di Jean de Briac che ha un sogno: fare il pittore. Ma suo padre, un nobile francese assai più interessato al guadagno che all’arte, non vuole sentirne parlare. Così Jean galoppa fino a Venezia, dove riesce a farsi prendere a bottega dal maestro Giambattista Tiepolo. La vita tra i canali e gli affreschi lo appaga, finché un giorno va a sbattere contro una bellissima ragazza. Lei lo guarda e gli affida un sacchetto di velluto. E parte il giallo. Il pubblico è incuriosito. Lungo firmacopie a seguire. 
 

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