A quasi quarant'anni dall'uscita del film cult "Troppo forte", Carlo Verdone racconta ai soci del Circolo Canottieri Roma la vera storia del protagonista: Oscar Pettinari. Accolto dal presidente del sodalizio Paolo Vitale, in compagnia della moglie Rosella, il regista raggiunge l’apericena sotto le stelle che precede la proiezione del suo celebre film. Con lui il produttore Guido Lombardo, il direttore eventi del club Alberto Acciari e i soci Giovanni e Alessia De Vico. All’entrata ecco Barbara Palombelli. Scambio di saluti nel corso del cocktail, a base di prelibatezze mediterranee. Verdone si rilassa poco prima nei saloni del club con gli amici e risponde a qualche domanda.
«Volevo fare un film con un grande show - dice il regista - e quindi pensai alla storia di un bullo di periferia con una relazione d’amore improponibile.
Un film divertente, pieno di battute. Sordi si scrisse la sua parte. Poi hanno aiutato tanto i ragazzi motociclisti. Per la selezione se ne presentarono ben 150 a Cinecittà. Uno mi disse che con la moto faceva addirittura l’amore. Molti avevano precedenti e furono perfino arrestati. Ma in fin dei conti erano innocui. Di questa esperienza mi è rimasta la passione per le moto».
Poi tutti nell’arena, qualcuno intorno a tavoli, per divertirsi con le avventure di Oscar. Un giovane della periferia che frequenta gli studi di Cinecittà, atteggiandosi a bullo di quartiere e sognando una grande carriera da attore. Al momento, è costretto però a guadagnarsi da vivere come stuntman in film minori. Scartato all'ennesimo provino, un deluso Oscar viene spinto da un estroso avvocato incontrato casualmente a vendicarsi del ricco produttore della pellicola, truffandolo con un falso incidente stradale: il destino vuole però che quel giorno alla guida dell'auto non ci sia l'uomo bensì la sua amante, Nancy, giovane attrice italoamericana astro nascente dello star system. Lunghi applausi a fine proiezione.