Tra Terme e Planetario arriva l'archeo-tunnel

Tra Terme e Planetario arriva l'archeo-tunnel
di Laura Larcan
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Venerdì 22 Settembre 2017, 14:00
Qualcuno lo chiama già come il corridoio vasariano dell'archeologia. Un monumentale archeo-galleria che invece di volare sopra i tetti (e sopra l'Arno) come a Firenze, attraverserà il sottosuolo mettendo in collegamento il Planetario con le Grandi Aule delle Terme di Diocleziano. Un corridoio, appunto, che avrà il carattere di museo ipogeo, svelando nel suo percorso a metri di profondità ambienti sconosciuti, mosaici, marmi e opere fino ad oggi chiuse nei depositi, e che rivoluzionerà il sistema di visita di quelle che vengono considerate le terme più grandi dell'antichità, quartier generale oggi del Museo Nazionale Romano. È il progetto da 10milioni di euro che spicca nella golden list di interventi finanziati dal Ministero dei beni culturali, annunciati ieri dal ministro Dario Franceschini. In ballo un tesoretto da 133 milioni di euro per musei, aree archeologiche, biblioteche sparsi in Italia, che hanno avuto il via libera della Conferenza Stato-Regioni e del Consiglio Superiore dei beni culturali. Calcoli alla mano, si tratta di 65 milioni per il piano strategico Grandi Progetti culturali, e 68,8 per la Programmazione Strategica Nazionale del Mibact. Su Roma e Lazio, nello specifico, piovono 42,5 milioni.

LA GOLDEN LIST
Non lascia indifferenti il progetto ambizioso che coinvolgerà le Terme di Diocleziano. «L'operazione ci consentirà di ripristinare l'unitarietà del complesso delle terme, ricucendo il Planetario e le Aule e di portare alla luce tutti gli ambienti che si trovano sotto Via Cernaia, aperta alla fine dell'800, e le aree adiacenti - racconta la direttrice Daniela Porro - Potremo finalmente svelare al pubblico lo straordinario mosaico policromo a disegno geometrico che riveste l'aula della palestra attualmente coperto e invisibile». Il corridoio sotterraneo metterà in collegamento una serie di luoghi sconosciuti: «Sarà l'occasione per ripensare l'intero piano di valorizzazione del Museo - riflette la Porro - che dovrà includere la visita alle olearie, uno straordinario ambiente ipogeo romano che alla fine del 500 i papi hanno utilizzato come deposito dell'olio. Fino ai nostri laboratori di restauro e ai magazzini». Il progetto è pronto. I fondi ci sono. Le olearie saranno aperte già dal prossimo anno. Ora si parte subito con una serie di saggi di scavo nell'area dei giardini a ridosso del Planetario: «Operazione fondamentale per capire quali siano le infrastrutture archeologiche sotto la strada», avverte con entusiasmo Porro. Il Planetario, la ciclopica aula ottagona, usata dopo il 1911 come cinema e trasformata nel 28 in camera delle stelle, non sarà più chiusa e separata dal Museo. «Il corridoio ne ridisegna il futuro - precisa Porro - attivando un collegamento diretto, anche con la chiesa di Sant'Isidoro». Il piano di Franceschini prevede 4 milioni anche per il Parco di Ostia antica: «Riusciremo così a incrementare la sicurezza dei siti e ad estendere le visite, dal Porto di Traiano al Museo delle Navi», commenta la direttrice Mariarosaria Barbera. Dieci milioni sono confermati per la nuova Biblioteca di Storia dell'Arte e Archeologia che lascerà le stanze di Palazzo Venezia per essere trasferita in accordo con il Quirinale nello splendido Palazzo San Felice, in via della Dataria. La Casa di Dante riceverà 2 milioni, mentre uno e mezzo andranno a Villa Giulia (per le concerie). Fuori città, 13 milioni daranno una boccata d'ossigeno al Santuario di Ercole Vincitore a Tivoli, 2 milioni a Latina per il parco della Musica, altri 2 per il teatro romano di Terracina.