I segreti della Piramide, nuove scoperte e un milione in più per il restauro

Yuzo Yagi, l'imprenditore giapponese che finanzia il restauro
di Laura Larcan
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Venerdì 13 Dicembre 2013, 13:20
Natale arriva anche per la Piramide Cestia, l'unica piramide in stile egizio conservatasi a Roma (I sec. d.C.). Yuzo Yagi, l'imprenditore giapponese titolare della Tsusho Limited, leader nel settore tessile, e distributore della Moncler per il mercato asiatico, dona 1 milione di euro per completare il restyling del monumento romano. Ancora. Il suo "secondo" milione. Della serie: non lascia, ma raddoppia. All'inizio era per pura filantropia archeologica. Ora, per piena fiducia nello staff operativo e nell'eccellenza (se ne accorgono sempre gli stranieri!) delle tecniche di restauro messe a punto per la Piramide dalla Soprintendenza ai beni archeologici di Roma in sinergia con l'Istituto superiore per il restauro e la conservazione. Già la notizia della sua prima donazione aveva fatto clamore due inverni fa. Ora raddoppia l'effetto, in tempi di crisi virulenta per i beni culturali, e di caccia a mecenati privati illuminati. Nel 2013, il suo primo sopralluogo avveniva il 13 marzo. Pioveva. Debuttava il restauro. Poi è tornato il 10 ottobre scorso, quando i lavori finivano con ben 150 giorni d'anticipo. Il restyling della Piramide, però, partito dalla punta, era arrivato all'ottavo livello: mancavano ancora altri sedici piani. «Dopo qualche giorno dalla visita abbiamo ricevuto una sua comunicazione con cui ci avvisava 'potete continuare con il restauro, elargirò la somma’», ricorda Rita Paris responsabile del monumento. E due giorni fa la firma della convenzione tra il Soprintendente Mariarosaria Barbera e il procuratore del mecenate Carla Coronelli. Non è una sponsorizzazione, ma una erogazione liberale: «È un modello esemplare, la testimonianza di una volontà di fare qualcosa di significativo per il patrimonio, senza chiedere nulla in cambio, se non il traguardo finale», dichiara Paris. I lavori per la Piramide, dunque, continuano: «Entro dicembre sarà erogata la nuova donazione e partiremo con la gara e il nuovo intervento - dice soddisfatta la Paris - La conclusione è prevista tra novembre e dicembre del 2014». La riapertura della Piramide parteciperà alle celebrazioni del bimillenario di Augusto. Già perché Caio Cestio fu uno dei 7 sacerdoti epuloni dell’imperatore Augusto. Il restauro ha consentito una conoscenza più approfondita del mausoleo di Caio Cestio: «Abbiamo una chiara visione ora della tecnica costruttiva - annuncia Maria Grazia Filetici direttrice dei lavori - Di come è stata 'apparecchiata' la possente montagna di conglomerato cementizio rivestita come una pelle da blocchi di marmo di Carrara appoggiati. Ma all'interno, la Camera sepolcrale appare rivestita da una fine base di cocciopesto per proteggere gli affreschi dalle infiltrazioni d'acqua». Una curiosità è che all’interno della camera i suoni si amplificano, e anche quelli esterni vengono percepiti in modo inaspettatamente potente. La Piramide sembra semplice, ma svela dettagli costruttivi che la rendono un monumento unico. Si ispira nella forma alle Piramidi nubiane, ma la tecnica è tutta romana. I numeri evocano tutta la suggestione del monumento. I metri quadrati da restaurare sono 2240. Per il restauro è necessario uno sviluppo lineare di 3701 metri di stuccature, pari alla distanza tra la Piramide e il Colosseo. La «malattia» più grave della Piramide riguarda gli attacchi organici incuneati nei cristalli del marmo. «Essendo la Piramide al centro di un'area urbana, risente dell’impatto dello smog», ricorda la Filetici.



TEST E ROCCIATORI

Ma la Piramide si è trasformata in un autentico laboratorio, grazie alla collaborazione della restauratrice Giuseppina Fazio: «Abbiamo messo a punto tecniche sperimentali innovative - racconta la Filetici - Verranno montati tre piccoli supporti reversibili in tre punti a diverse altezze di ciascuna faccia della Piramide. Conterranno cinque lastrine di marmo rimovibili, trattate con prodotti di varia natura e che valuteremo come reagiscono all'impatto dello smog.». Non solo. Con un rocciatore, è stato progettato un sistema di arrampicata sulla Piramide: «Abbiamo predisposto delle prese sulle facce, che non vanno ad intaccare il monumento, ma consentono al rocciatore di salire e controllare nel tempo le lastre dei test», spiega la Filetici. «Il sogno ora è che la Piramide entri a pieno titolo nella città di Roma - riflette la Paris - chiudendo al traffico il tratto di via Persichetti e congiungendo la Piramide con la Porta San Paolo». .
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