La morte del parà Scieri in scena al teatro di Documenti

La morte del parà Scieri in scena al teatro di Documenti
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Martedì 4 Marzo 2014, 13:42 - Ultimo aggiornamento: 13:44

“Se lo soccorrete e si salva, siete fottuti. Se lo finite omicidio e vi beccano senz'altro. L'unica cosa che conviene fare lasciare che muoia, sembrerà un incidente”. Queste parole sintetizzano la fine di un ragazzo, Emanuele Scieri, e del docu-spettacolo che ne “Emanuele Scieri, vittima della Folgore” di Isabella Guarino e Corrado Scieri, genitori di Emanuele, per la regia di Paolo Orlandelli in scena al Teatro di Documenti di Roma dal oggi al 16 marzo. La pièce, in puro stile di inchiesta, consiste in una particolareggiata ricostruzione della vicenda Scieri, che raccoglie brani di sentenze, perizie, interviste, dichiarazioni ufficiali o anonime, esternazioni riguardanti il caso dello sfortunato avvocato ventiseienne siracusano, trovato morto il 16 agosto 1999 ai piedi della torre di asciugatura dei paracadute sul retro della caserma Gamerra di Pisa.

Come hanno appurato le indagini, Emanuele era stato costretto ad arrampicarsi da alcuni allievi anziani, con la sola forza delle braccia e con le scarpe allacciate tra loro perché non si potesse aiutare con i piedi. Nel corso dell’arrampicata, Emanuele è stato colpito violentemente alle mani, perdendo così la presa e precipitando in basso. Con la schiena spezzata e varie ferite sanguinanti, Emanuele non è stato soccorso ed è morto dopo un’agonia di diverse ore. Per tre giorni nessuno, all’interno della caserma, ha mostrato di preoccuparsi per la sua scomparsa ed il suo cadavere è stato rinvenuto solo quando ha cominciato a emanare cattivo odore.

Tre inchieste ufficiali, una della Procura di Pisa, una della Procura Militare, e una amministrativa interna alla Gamerra, non sono state in grado di pervenire ai nomi dei responsabili del delitto. Nessuno tra le reclute della Gamerra e i vertici della Folgore, ha infranto il muro di omertà che proteggeva gli assassini. Orlandelli non è nuovo a queste operazioni, si è già cimentato con l’assassinio delle guardie svizzere in Vaticano, con la pedofilia nella chiesa cattolica e con i fatti di Genova. Spettacoli essenziali, privi di scenografie e costumi, corredati da poche musiche e vidoproiezioni, che si avvalgono soprattutto dell’umanità egli attori e della forza dirompente di storie che ci riguardano da vicinissimo e che son ben lontane dall’essere dimenticate.

“Il teatro è nato nell'antica Grecia per educare i cittadini alla correttezza morale e civile, poi ha assunto i connotati del'intrattenimento che nel tempo hanno sopravanzato, nei gusti del pubblico, quelli critici e pedagogici. Ma una società che cerca solo il divertimento e non riflette su sé stessa, che non analizza tutti gli aspetti della vita pubblica, è una società apatica e manipolabile che verrà facilmente soggiogata da chi sta al potere. Non mi riconosco in uno stile di vita che non preveda la critica e la ricerca di un miglioramento sociale". Questo è il pensiero di Orlandelli riguardo la funzione del teatro.

La compagnia è costituita di quattordici attori. Tredici sono molto giovani e provengono da varie scuole di teatro di Roma, poi c'è Giuseppe Alagna, un attore più maturo che interpreta personaggi in età più avanzata. Lo spettacolo è stato voluto ed è sostenuto dal Teatro di Documenti, che possiede una vocazione per spettacoli di approfondimento e di attualità, in collaborazione con 1° Agosto Film e Teatri di Nina.

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