Raggi, esposto sulle Torri dell'Eur: «No al risarcimento da 328 milioni»

Raggi, esposto sulle Torri dell'Eur: «No al risarcimento da 328 milioni»
di Michela Allegri
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Venerdì 15 Dicembre 2017, 08:12

Un'inchiesta penale, una battaglia al Tribunale amministrativo, e ora il caso delle Torri dell'Eur finisce anche alla Corte dei conti. Dopo la pronuncia del Tar, che ha fatto sfumare - almeno per il primo grado di giudizio - la speranza del Campidoglio di incassare 24 milioni di euro e dopo una richiesta di risarcimento da capogiro nei confronti del Comune, ieri, la sindaca Virginia Raggi è passata al contrattacco e ha depositato al procuratore regionale Andrea Lupi un esposto, chiedendo di «fare chiarezza». La bagarre giudiziaria e contabile rischia di pesare enormemente sulle casse comunali, visto che sulle Torri di Ligini, abbandonate da anni, pende una richiesta di risarcimento da 328 milioni avanzata da Alfiere, società partecipata al 50 per cento da Tim e per l'altra metà da Cassa depositi e prestiti. Il nodo della questione riguarda il blocco dei lavori disposto lo scorso anno dall'ex assessore all'Urbanistica, Paolo Berdini, dopo l'esplosione di un'inchiesta penale - ancora pendente - su 24 milioni di euro di oneri concessori che non sarebbero stati addebitati dalla giunta Marino ad Alfiere. Uno stop che aveva mandato in fumo l'accordo tra Cdp e Tim, visto che la seconda aveva abbandonato l'idea di trasferire nelle torri il suo quartier generale. La Raggi, però, non ci sta e denuncia che a rimetterci sia stato solo il Campidoglio. L'esposto, consegnato alla Corte dei conti e in arrivo in procura, è contro Alfiere, e riguarda il danno patito dall'Amministrazione per i mancati lavori di riqualificazione della zona e, soprattutto, per la richiesta risarcitoria «spropositata».

LA SENTENZA
Lo scontro recente nasce da una sentenza del 26 novembre, con cui il Tar ha stabilito che Alfiere, effettivamente, non avrebbe dovuto pagare quei 24 milioni, rivendicati dal Comune, visto che erano legati a un vecchio progetto urbanistico, sfumato nel 2015. Secondo i nuovi accordi, la Tim avrebbe dovuto fare delle Torri la sua nuova sede, con annesse opere di recupero dell'intera zona: un mega piano da 180 milioni. L'ipotesi di piazzale Clodio, nell'inchiesta del pm Erminio Amelio, era che nel progetto fossero stati fatti sconti a 6 zeri ai privati. A luglio 2016, dopo l'esplosione del caso, la giunta Raggi aveva ritirato il permesso a costruire e Tim aveva rinunciato al piano. Risultato: le torri sono state abbandonate per l'ennesima volta. «Abbiamo chiesto un risarcimento per danno di immagine per le condizioni in cui è stato lasciato in questi ultimi anni il compendio delle Torri», spiega l'avvocato del Comune, Andrea Magnanelli.

 
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