Villa Borghese, le notti di spacciatori e clochard tra i monumenti del parco-museo

Villa Borghese, le notti di spacciatori e clochard tra i monumenti del parco-museo
di Maria Lombardi
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Martedì 19 Settembre 2017, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 20 Settembre, 00:06

Questa volta è successo tra la piazza dei poeti, la fontana Esculapio e viale Washington. Tra la statua di Gogol’ e gli stracci, gli archi sulla roccia di Canina e i cartoni di vino abbandonati a terra, il marmo delle sculture e gli scarti di chi vive tra gli alberi. I cartelli in alto indicano piazza di Siena, il Pincio, Trinità dei Monti, via Veneto, Porta del Popolo. Ma come sembra lontana villa Borghese da questi prati e da questi viali ignorati, dove il giorno è buio come la notte e si fa finta di non vedere i vestiti aggrovigliati sull’erba e le carte sparse ovunque, lo stesso abbandono di un qualunque angolo di periferia. E la notte, sotto la luce dei fari, si possono vedere scene così: una donna con i polsi legati, nuda, che chiede aiuto. Racconta di essere stata picchiata, violentata e legata. Nel parco che è un museo dove quel che resta della bellezza sopravvive con fatica, confuso con il degrado e la paura.

I RIFIUTI
La Galleria nazionale d’arte moderna è lì davanti. A piazzale Paolina Borghese salgono i taxi che dai Parioli vanno giù verso il centro, è lì che la donna è stata trovata dall’autista che ha illuminato la strada. A pochi metri da viale Washington, lo stradone che attraversa il parco e arriva fino a piazzale Flaminio, c’è il giaciglio della tedesca aggredita. Un nastro colorato abbraccia il tronco e sorregge un vassoio, accanto ci sono dei piedi di metallo, forse quello era il tavolino. Buste di plastica piene di camicie di cotone e vestiti recuperati dai cassonetti, ci sono anche i carrelli usati forse nei giri per rovistare tra l’immondizia. E poi tanti quaderni, un vocabolario di inglese, fogli strappati da libri, una borsetta di pelle marrone chiaro e uno zainetto nero, centrini colorati. Tutto quello che la donna raccoglieva per strada finiva tra gli alberi di Villa Borghese, un accumulo di robaccia. Il parco spazzatura dove i clochard si accampano e la notte può succedere qualsiasi cosa. Sotto gli occhi di tutti, di chi passeggia lungo il grande viale, dei taxi e dei bus che passano da lì, dei turisti che si ritrovano sul lato opposto in attesa dei pullman.
Via Veneto è a pochi minuti. Ma basta lasciare viale Washington e scendere verso viale del Muro Torto per finire in un altro mondo, quello di chi non ha niente. Su una panchina un ragazzo di colore dorme, ha legato all’asse di legno le scarpe, forse per paura che le rubino, con il cappuccio in testa non sente il frastuono delle auto e non s’accorge delle telecamere arrivate per raccontare l’ultima violenza.

Piazza del Popolo a due passi. «Certo che è pericoloso qui», il giovane peruviano viene spesso con la fidanzata. «Dobbiamo stare attenti di giorno e di sera, quando si fa buio arrivano gli spacciatori e tanti tipi strani». Una ragazza è qui con il suo cane, «vengo a prendere il metadone», verso piazzale Flaminio c’è il pulmino del Sert. «Mi si avvicinano tutti i giorni dei ragazzi, sembrano bengalesi. Mi dicono: vuoi soldi o vuoi la roba?».

IL DORMITORIO
Piazza di Siena è a qualche centinaio di metri, il Laghetto è lì vicino. Ci si arriva lungo un percorso di bottiglie vuote, piatti e forchette di plastica unti, pacchi di patatine e popcorn svolazzanti. Un po’ ovunque tracce di insediamenti nascosti, cartoni e materassi buttati in mezzo ai cespugli. Vagano sbandati, ubriachi, ragazzi che si prostituiscono lungo i viali alberati. E poi la notte occupano panchine e prati in quella che era l’area dedicata ai bambini dove altalene e giochi sono quasi spariti. Villa Borghese dormitorio, e le mamme si lamentano perché quella era una piccola oasi, «un parco meraviglioso ridotto così, una vergogna. Sporco, degradato, ogni giorno peggio». Ancora risciò, biciclette e palloncini, però quanta tristezza intorno. Porta del Popolo è più giù, per arrivarci si costeggia una lunga coda di pullman turistici, l’ultimo tratto di Villa Borghese è un parcheggio. Il parco museo dell’orrore.

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