Il video choc dei tifosi napoletani: «Siamo stati aggrediti e Ciro ci ha difeso»

Il video choc dei tifosi napoletani: «Siamo stati aggrediti e Ciro ci ha difeso»
di Francesco Gravetti
3 Minuti di Lettura
Martedì 6 Maggio 2014, 08:49 - Ultimo aggiornamento: 09:03
Tutto quello che ha visto lo ha gi raccontato alla polizia sabato sera, ma Camillo Cimmino, napoletano di Terzigno trapiantato a Milano, ci tiene a ribadirlo: Ciro e i suoi amici sono accorsi a difenderci: qualcuno ha assalito il nostro pullman e loro volevano aiutarci. Camillo tifa Napoli da lontano, è uno degli animatori del club «Milano partenopea». Vive al Nord da anni ma non ha mai abbandonato la fede azzurra. Sabato è andato a vedere la finale a Roma sicuro che non ci sarebbero stati problemi di ordine pubblico, tanto che ha portato anche il figlio piccolo, di 9 anni.







Momenti di terrore «Il nostro pullman - racconta - era in fila assieme a molti altri, ma anche assieme ad automobili che nulla c’entravano col tifo organizzato. Stavamo andando allo stadio ed eravamo fermi nel traffico. Eravamo proprio nel punto in cui sono avvenuti gli scontri. Ad un certo punto da un cancello è uscito un uomo, aveva due oggetti in mano. Forse erano bombe, forse bengala. Uno lo ha fatto esplodere proprio sotto il nostro bus, si è sentito un boato pazzesco. Soltanto per un caso i vetri non sono andati in frantumi».



A quel punto vi siete spaventati? «Certo. E non poco. Abbiamo capito che stava succedendo qualcosa di serio. Il pullman era a due piani e soprattutto quelli che stavano sul piano superiore hanno cominciato a temere il peggio. Non capivamo più nulla, anche perché non c’erano poliziotti o carabinieri che potevano proteggerci. Abbiamo perso di vista la macchina della polizia che ci stava scortando e nessun altro rappresentante delle forze dell’ordine era nei paraggi. A quel punto abbiamo chiesto aiuto. Un gruppo di noi ha invocato i soccorsi dal pullman, qualcuno ha gridato. Sono stati momenti di grande confusione, nessuno sapeva cosa fare, anche perché non ci aspettavamo tutta quella tensione».



Le urla dal bus Quando è intervenuto il gruppo di cui faceva parte Ciro Esposito? «Probabilmente si sono accorti della nostra difficoltà, hanno visto la situazione da lontano e si sono avvicinati al pullman. L’uomo uscito dal cancello è scappato, ma sono certo che ci fossero altre persone con lui. Sono cominciati gli scontri e si sono sentiti anche dei colpi, che forse erano di arma da fuoco. Noi eravamo dentro il pullman, non sapevamo cosa fare».



Avete visto Ciro ferito? «Ho visto questo ragazzo che perdeva sangue. I suoi amici lo hanno fatto stendere, hanno tentato di prestargli soccorso, ma si è capito fin dall’inizio che le sue condizioni erano gravi. Sembrava esanime. Sono stati dei momenti terribili: nessuno si aspettava tutta questa violenza. Io avevo portato mio figlio, così come ho fatto anche in altre occasioni. Lui continuava a chiedersi cosa stesse succedendo ed io provavo a tranquillizzarlo, a spiegargli che tutto sarebbe passato in fretta. Ma non è stato semplice, credetemi. Il nostro gruppo organizzato si è trovato lì per caso, nessuno avrebbe mai immaginato di stare nel cuore della guerriglia, con noi c’erano donne e bambini. Ho fatto anche un video che documenta tutto: Ciro e i suoi amici sono venuti a soccorrerci perché noi eravamo in difficoltà. E questo ci tengo a ribadirlo».
© RIPRODUZIONE RISERVATA