Bar notturni e oasi di cultura, oltre Spinaceto e le gag da film. Oggi in edicola il reportage del Messaggero sul IX Municipio

Il sottopasso di viale Pechino, appena affrescato da un pool di artisti (Foto di Davide Fracassi)
di Lorenzo De Cicco
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Venerdì 24 Marzo 2017, 19:35 - Ultimo aggiornamento: 25 Marzo, 08:06

«Spinaceto pensavo peggio», d’accordo. Ma allontanandosi dallo stereotipo morettiano, c’è un quadrante di Roma che parte dall’Eur modaiolo e (in senso antropologico, non geografico) “pariolo” che si allunga, zigzagando tra le buche della Pontina, fino all’outlet di Castel Romano, tempio dei saldisti fuori stagione, e lungo la strada sbocciano oasi di cultura inaspettate. Un municipio, il IX, grande come Modena o Reggio Calabria, con 180mila abitanti e chissà quante anime (e in fondo basta percorrere veloce viale Umanesimo per scoprirne quattro-cinque diverse).
 

 


Si potrebbe partire dal caffè Palombini, casa degli aperitivi chic – alternativa: il Caffè Casini - con coté di parcheggiatori abusivi tutt’intorno, accanto agli uffici del Comune. Spingendo in avanti le lancette dell’orologio, la movida è un cocktail servito sotto alla consolle di Spazio Novecento, alle Terrazze, o al Room 26 (l’estate c’è il Gay Village, il Fiesta, la Bibliotechina). Ma solo nel week-end e dintorni. Un mercoledì notte qualsiasi, per esempio, si può fare serata per i locali di viale America, senza notare il laghetto dell’Eur impantanato nel degrado.

C’è il Bistrot 4.5, aperto fino alle 2, o il bar Conca d’oro, semplicemente il “Conca” per i ragazzini della zona, che non chiude mai. Un porto di mare, accanto alle “lucciole” in attesa dei clienti, dove a una certa ora puoi incrociare gli adolescenti tiratardi e gli autotrasportatori che vengono dalla Pontina, o i vigilantes in pausa durante il turno di notte. «Mondi che si incontrano», dice Marco Sbaraglia, 54 anni, dietro alla cassa del locale.
Sotto alla basilica illuminata di San Pietro e Paolo (o sotto alle colonne del Museo della civiltà, o ancora in piazzale Sturzo, accanto al «Mac») le comitive di liceali e universitari parlano di auto fino a tardi tra i monumenti razionalisti. Guidano Subaru e Alfa Romeo nuove di zecca, sognano le Porsche e le Audi R8 parcheggiate davanti a Palombini.

«Ogni due settimane facciamo i raduni», racconta Andrea Palmieri, 18 anni cantante uscito dal talent The Voice. «All’epoca dei nostri genitori facevano pure le gare, fino al “rettilineo” del The Space», il cinema, o intorno al Luna Park, appena riaperto.
Superando il centro commerciale Euroma2 e la collinetta dove fa capolino la villa di Totti e Ilary (al citofono si legge solo: Blasi), curvando oltre il Sant’Eugenio e il Laurentino 38, c’è il Torrino. «Non è più il Bronx, c’è una zona residenziale», dice l’ex minisindaco dem Andrea Santoro, battuto alle ultime elezioni dal grillino Dario D’Innocenti, dirigente d’azienda in pensione, ma con più voti di Giachetti (la sfida è finita 35-65%).

Qui c’è la «Coverciano delle bocce», come la chiama Antonio Pellicone, direttore del Bocciodromo di via del Pianeta Mercurio, oltre 10mila presenze l’anno. «Non è uno sport da anziani, abbiamo ospitato anche i campionati del mondo». Ci sono poi i parchi e le strade dedicate agli eroi dei fumetti: il parco di Diabolik, la porta di Lupo Alberto, la rotonda dedicata a “Paz”, con l’effigie di Corto Maltese. C’è una spruzzata d’arte anche su viale Pechino, nel sottopasso affrescato da “Diavù” Vecchiato, dedicato ad Enea, con padre e figlio, bagnati dal mare di Roma. A Spinaceto la cultura si respira nei mille metri quadri della biblioteca Pasolini, dietro alle case popolari abitate anche dai Casamonica (palazzi che qui chiamano tutti il “Mandrione”, forse perché assomigliano a quelli in zona Tuscolana) e al commissariato di Polizia.

«Ogni mese prestiamo oltre 2.500 libri», racconta Luisa Ledda, direttrice del centro comunale. In tanti vengono a studiare tra gli scaffali «Spesso siamo in “overbooking”, i posti se li dividono gli studenti del liceo Majorana (scientifico), del Plauto (classico), e gli universitari di Roma Tre». Sempre qui c’è il coro della biblioteca (età media 50 anni), i cineforum, i laboratori di poesia romanesca, gli incontri di psicologia.
Salendo su un bus, con effetto rimbalzo sulle strade dissestate, si può fare tappa a Tor de’ Cenci. Casette a due piani accanto ai “palazzi delle Finanze”, una scuola calcio, la caserma dei carabinieri. E poi il mercato rionale di via Bertani. «Ma come al bowling, cala una serranda dietro l’altra», dice Giorgio Spuntarelli da Foligno, 64 anni, da 27 «pizzicarolo». «I mercati stanno morendo, anche qui. Ora aspettiamo il piano della Raggi. Io tanto ad aprile vado in pensione».

(4-Continua)
 

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