Roma, morto all'Umberto I, l'infermiera lo rassicurava: «Starai meglio, questa medicina è una bomba»

Roma, morto all'Umberto I, l'infermiera lo rassicurava: «Starai meglio, questa medicina è una bomba»
di Elena Panarella
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Sabato 2 Luglio 2016, 09:07
«Questa flebo è una bomba, vedrai andrà meglio». Poco dopo Daniele muore. «È così. Un'infermiera è venuta a fargli una seconda flebo mi sembrava fosse antibiotico - racconta ai parenti e alla compagna una ragazza, anche lei ricoverata al pronto soccorso dell'Umberto I - Mi stava facendo vedere le foto del suo bambino, eravamo li da ore ormai. Si chiacchierava del più e del meno. Così per far passare il tempo. Lui era arrivato attorno alle 17. Aveva dei dolori che non si calmavano, si trattava come gli hanno spiegato in seguito di una forte infiammazione alle vie urinarie». Per far calmare quei dolori «a distanza di qualche ora, gli hanno dato un antidolorifico, poi quest'altra flebo». Pochi istanti. «Ha fatto solo in tempo a dire mi sento male, mi sento male ho la bocca che sa di metallo e dalle 22 in poi non si è capito più nulla. Si è accasciato a terra i medici sono accorsi per rianimarlo ma non c'è stato nulla da fare. Aveva un dolore a un testicolo, non si può morire per una cosa del genere».

L'ULTIMO SALUTO
Daniele, un ragazzone, forte, raramente aveva visto un medico. «Un pezzo di pane, non ha mai fatto male a nessuno. Viveva per suo figlio», raccontano gli amici. «Giocava a calcetto, non era mai stato male - racconta la compagna Rossella - Mi aveva scritto tanti messaggi. L'ultimo: stai tranquilla sto aspettando le analisi e mi dimettono è tutto ok». «Verso le 22 ci siamo sentiti al telefono - continua disperata con un filo di voce - era sereno, stava meglio. Ha parlato con nostro figlio, ha scherzato. Il bambino stravede per lui. Sono disperata, come farò a dirgli che il papà non tornerà più, che non potrà più giocare con lui. Non riesco ancora a credere che possa essere accaduta una cosa del genere, non ci riesco. Voglio sapere cosa è successo».
 
GLI SMS
Oggi saranno consegnati alla polizia tutti i messaggi che Daniele ha inviato alla compagna e ai familiari a cui era legatissimo, per ricostruire i suoi ultimi istanti di vita. «All'inizio era arrabbiato perché non veniva visitato stava aspettando da troppo tempo - aggiunge Rossella - poi quando l'ho sentito più tranquillo e stava bene, mi sono rasserenata.
Ha detto: Ho quasi finito, fuori ci sono papà e Barbara ora torno a casa. E così ho addormentato il piccolo. Poi all'improvviso ho trovato tante chiamate sul cellulare da parte della sorella, ma non avrei mai pensato che potesse essere successa una tragedia simile. Continuo a pensare che sia stato solo un brutto sogno e quando mi sveglierò Daniele è ancora qui con noi».
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