Uccisa dal bus a Roma: «Semaforo verde per tutti»

Uccisa dal bus a Roma: «Semaforo verde per tutti»
di Adelaide Pierucci
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Venerdì 27 Luglio 2018, 07:31 - Ultimo aggiornamento: 07:36
Il verde potrebbe essere scattato nello stesso momento, facendo incrociare auto e pedoni. Non solo la velocità eccessiva in pieno centro e la difficoltà di effettuare manovre di emergenza, contestate all'autista del bus, potrebbe essere stata anche un'anomalia del semaforo a causare l'incidente costato la vita a Caterina Pangrazi, l'universitaria di 22 anni, travolta da un pullman turistico mentre, sulle strisce, in corso Vittorio Emanuele. Il pm Gennaro Varone, che ha indagato il conducente del bus, Francesco P., per omicidio stradale, ieri, ha dato incarico a un ingegnere di accertare la dinamica dell'incidente, verificare le condizioni del mezzo ed eventuali anomalie nella programmazione del semaforo. Per rispondere all'ultimo quesito, su disposizione del magistrato, il consulente potrà avvalersi di un informatico di fiducia. Lo scrupolo è emerso dopo il confronto delle testimonianze. Un pedone e un motociclista che, provenendo da direzione opposte, hanno riferito di aver visto tutti e due il semaforo verde nell'istante in cui la ragazza è stata travolta. A raccontarlo agli agenti di Roma Capitale, è stato per primo il centauro che, il 19 luglio, si è trovato a un passo dalla tragedia. Ha dichiarato di essere passato con il verde da via Filippini e di aver sfiorato di pochi centimetri il mezzo che si trovava alla sua destra. Ma, secondo altri testimoni, in particolare un pedone, anche il bus avrebbe superato l'incrocio con il verde. Così è sorto il sospetto di una mancata sincronizzazione tra gli impianti, di cui avrebbe fatto le spese Caterina. Perché, nel caso di conferma, anche la ragazza sarebbe passata sulle strisce in modo corretto e non col rosso come ipotizzato.

I QUESITI
L'ipotesi della presenza di due semafori verdi è contenuta nei quesiti cui dovrà rispondere l'ingegner Marco Colagrossi, il consulente nominato dalla procura, chiamato a ricostruire la dinamica dell'incidente. Il pm Varone, acquisite le testimonianze, in particolare quella del centauro e del pedone, ha chiesto all'esperto di chiarire se le segnaletiche hanno funzionato male in quel momento, o se ci siano guasti. Circostanza che alleggerirebbe la posizione dell'indagato che, secondo la procura, avrebbe comunque avuto l'obbligo di procedere a velocità moderata, considerato che guidava all'imbrunire in un tratto di strada molto trafficata.

Le operazioni peritali cominceranno il primo agosto presso il deposito comunale, dove l'ingegnere avvierà l'esame del pullman, posto subito sotto sequestro. Come il cellulare di Caterina, acquisito per accertare se la giovane si sia distratta mentre l'attraversava la strada.

La relazione dovrebbe essere depositata a ottobre. Anche i genitori di Caterina, assistiti dall'avvocato Pierfrancesco Bruno, hanno nominato un loro consulente tecnico. Ieri l'autista, dipendente della Romana Bus, accompagnato dall'avvocato Nicola Santoro, è stato ascoltato in procura: «Non ho fatto in tempo a frenare».

 
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