Roma, fuga dal centro per l'assalto di B&B

Roma, fuga dal centro per l'assalto di B&B
di Mauro Evangelisti
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Sabato 22 Ottobre 2016, 08:12 - Ultimo aggiornamento: 19:44
Il centro storico di Roma si è trasformato in un interminabile ostello, un albergo low cost senza fine inframmezzato da hotel di lusso. E i romani, gli abitanti, i cittadini che dovrebbero vivere ogni giorno i rioni? Si stanno trasferendo, esasperati e sfiduciati, in quartieri semi centrali. Bandiera bianca. Tra il 2006 e il 2015 i residenti sono diminuiti in termini assoluti di 7.500 unità. Sono molti, ma è solo un dato parziale, perché spesso chi se ne va e nella propria casa preferisce ospitare turisti, non di rado continua a risultare residente.

La stima più attendibile, incrociando i dati dei servizi demografici del Comune di Roma con gli 8.000 appartamenti ceduti al business di b&b e case vacanze, porta a 20.000 il numero dei residenti fuggiti dal centro, praticamente uno su 10 rispetto al 2006, con un'impennata negli ultimi anni. Se ne vanno per ragioni economiche, perché trasformando la casa magari ereditata dai nonni in b&b si possono incassare fiumi di denaro. «In altri casi, il proprietario della casa non affitta più a inquilini romani, perché capisce che farà più soldi con i turisti» aggiunge Sabina Alfonsi, presidente del I Municipio.

L'ADDIO
Ma non c'è solo questo, c'è il problema che il centro è divenuto invivibile tra degrado, microcriminalità e vita notturna rumorosa. Gli appartamenti, da piazza Navona a Trastevere, da Fontana di Trevi a Monti, vengono divorati, come nel vecchio videogioco di Pac man, dal business delle case vacanze. Il centro di Roma, assediato dal degrado e da una vita notturna per nulla elegante, ma neppure alternativa e di tendenza, solo invasiva e confusionaria, sta diventando un po' Venezia - dove i residenti sono sempre di meno - un po' Barcellona, dove la città ha venduto l'anima, in alcune parti, ai locali notturni e al trash.

LA RESA
Racconta una trentenne che abitava nel rione Monti, uno dei gioielli un tempo simbolo della vita quotidiana del romano vero (o del romano acquisito e innamorato della Capitale): «Anch'io amo la movida, anche a me piace fare tardi. Però quando poi torno a casa vorrei dormire e qui non è più possibile. Per questo me ne vado e nell'appartamento apro un b&b».

No, non ci sono solo cause economiche all'origine della fuga dal centro storico: c'è la moltiplicazione dei locali notturni che significa rumore fino a tardi che supera qualsiasi finestra insonorizzata; ubriachi per strada; piccoli e grandi reati, insicurezza, risse. Per capire come in un decennio gli abitanti del centro per disperazione ma anche perché hanno fiutato il business, hanno ceduto i loro appartamenti al flusso dei milioni di turisti che ogni anno arrivano, specialmente sui voli low cost di Ryanair, Easy Jet, Vueling o Wizzair, bisogna partire dai numeri.

RADDOPPIATI
Primo dato, limitato solo ai b&b e agli affittacamere regolari: nel 2014 in centro (I Municipio) erano 3.660, a fine 2015 5.467, a metà 2016 erano già 5.660. Se si guarda la tendenza degli ultimi cinque anni, su tutta Roma, l'incremento è impressionante: nel 2011 i soli affittacamere erano 1.163, nel 2015 già 2.126; le case vacanze sono addirittura triplicate, da 1.082 a 3.656; i b&b da 1.152 a 1.876. In totale quelli che nel turismo vengono definiti esercizi ricettivi complementari (tutto ciò che non è hotel) nel 2011 erano 3.698, nel 2015 quasi 8 mila. E poi ci sono gli abusivi, quelli che ad esempio viaggiano anche sul portale di Airbnb. Secondo Federalberghi in centro sono 5.000, non pagano tasse e gli ospiti sfuggono a qualsiasi controllo.

Solo al sito creato da Federalberghi (www.turismoillegale.com) in un anno sono arrivate 600 segnalazioni di cittadini costretti a convivere con case per turisti illegali nel loro pianerottolo o nel loro palazzo. L'ultimo censimento spiega che il I Municipio - vale a dire il centro storico - si sta trasformando: l'età media di chi risulta residente è tra le più alte, l'indice di nuovi nati tra i più bassi di Roma. I numeri: nel 2006, quando il centro era diviso tra I e XVII Municipio, in totale i residenti erano 194.362, nel 2015 nello stesso territorio si è scesi a 186.802. Basta però incrociare questa cifra con quella delle strutture ricettive aperte in pochi anni (per limitarsi a quelle regolare) e si arriva ad almeno 20.000 in fuga del centro, con una stima che è perfino prudente.

LA SPIRALE
Questo processo si autoalimenta: il miraggio del boom del turismo ha causato l'invasione di locali notturni - pub, bar, ristoranti spenna-turisti; questo ha alimentato degrado, violenza, vandalismo e rumore, per cui i residenti se ne vanno e nelle case si aprono nuovi b&b, che portano altri turisti e altro caos, che alimenta ulteriormente il business della vita notturna. In parallelo corre il moltiplicarsi di venditori di chincaglierie, di souvenir tra i più kitsch del pianeta, tavolini che occupano abusivamente ogni pertugio, camion bar che oscurano serenamente ogni monumento.

Ecco perché poi il turista, dopo che ha visto Colosseo e San Pietro, non torna e gli ultimi dati sugli arrivi a Roma sono molto deludenti. Tra l'altro, anche la media dei giorni di presenza dei visitatori è molto bassa, nel 2015 appena 2,6 giorni. Racconta Nathalie Naim, consigliere del I Municipio, paladina del centro a cui sono arrivate decine di lettere di residenti che si sono arresi: «Il centro viene ucciso da un modello di vita notturna senza regole che impera a Roma e di cui ora paghiamo le spese».
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