Roma, Trinita' de' Monti diventa una bisca per gli immigrati

Roma, Trinita' de' Monti diventa una bisca per gli immigrati
di Alessia Marani
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Sabato 8 Ottobre 2016, 07:55 - Ultimo aggiornamento: 08:56

La turista irlandese sgrana gli occhi, si ferma, scatta una foto. Inquadra bene l'obiettivo che è a pochi passi da lei. Cinque giovani bengalesi sono seduti sui sampietrini del grande marciapiede che corre lungo Trinità de' Monti, un altro è in piedi appoggiato a un albero che assiste al match. La giornata dopo la pioggia è bellissima, il cielo limpido, si può vedere fin dall'altra parte del Tevere affacciandosi dal belvedere più bello del pianeta, su piazza di Spagna. Eppure al gruppetto non importa, qui è come fosse il Terzo Mondo. Alcuni si sono tolti scarpe e calzini, tengono incrociate le gambe per stare più comodi. Il loro tavolo verde, a terra, è fatto di cartoni raccolti qua e là.

 

SENZA REGOLE
Giocano a carte, una partita di quelle accanite con il mazzo da gioco francese. Si sente che scommettono, che puntano alla vittoria, ai soldi. Ogni tanto qualcuna urla, c'è chi se la prende per la mano che non ha avuto fortuna. Come se tutto intorno a loro non esistesse: le centinaia di turisti che passeggiano, i pittori che immortalano la scalinata, le auto che sfrecciano, i vigili che sgridano chi beve e mangia sulla scalinata appena restaurata. Le loro chincaglierie da vendere abbandonate chissà in quale anfratto. La bisca clandestina en-plein-air sotto Villa Medici marcia indisturbata. Nessuno la ferma. È l'attrazione del giorno, ricavata su un tratto di passaggio pedonale che è sbarrato dal 28 settembre dai nastri gialli e rossi della polizia municipale per permettere - così si legge nel testo dell'ordinanza allegato al divieto di transito e parcheggio nell'area - il posizionamento di un ponteggio di cui, però, non c'è traccia.

DESOLAZIONE
C'era una volta la Dolce Vita, a Roma adesso c'è solo degrado. Dall'altro lato del marciapiede i soliti vu' cumpra' che vogliono convincere i turisti a comprare rose o bottigliette d'acqua fresca. Fino a poco prima, quando pioveva, offrivano ombrelli. Ma anche per arrivare ai piedi del Pincio, lo scenario è sconfortante. Per chi scende alla fermata metro Barberini o per chi arriva dopo la tappa a Fontana di Trevi e percorre via Crispi e poi via Sistina, è tutto un camel trophy tra buche, marciapiedi sconnessi, grate a terra rotte e pericolose. Le fioriere ormai vuote davanti alle boutique vengono scambiate per secchi della spazzatura, una ha dentro persino una lampada tonda al neon esaurita.
L'ingresso della Galleria d'arte moderna della capitale è desolante: l'area dei posti riservati ai motorini che la precede è chiusa da bandoni arancioni, l'erba cresce tra i sampietrini, cassette della frutta vuote sono accatastate e abbandonate per la strada. Poco più in cima, l'immondizia è ammassata accanto al nasone dell'acqua. Ci sono persino i resti di un pasto. Lungo il percorso gli sportelli di ferro che custodiscono gli idranti dell'acqua sono stati divelti; un privato ha persino fissato sui lastroni grigi della pavimentazione una canalina abusiva per ricaricare da casa la mini-car elettrica parcheggiata in strada.
Cartacce a terra, bottiglie vuote, di vetro e di plastica, lasciate sugli scalini di banche e negozi. Poi a scendere, giù dalla scalinata ecco l'altro paradosso di Roma: con la raccolta porta a porta dei rifiuti, spariti i cassonetti, ecco che in ogni angolo del reticolato di vie tra il Corso e via dei Condotti, vengono buttate buste ricolme di immondizia e vecchi scatoloni. In via di Propaganda le fioriere in cemento delimitano persino una discarica a cielo aperto. Benvenuti nella Città Eterna.