Treni storici di Roma-Viterbo e Roma-Lido, l'appello: «Salvateli dalla rottamazione»

Una ex vettura della Roma-Lido (foto Franchi/Nicodemi)
di Alessia Marani
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Martedì 21 Marzo 2017, 07:20 - Ultimo aggiornamento: 23 Marzo, 10:33

«Salviamo i treni storici dei romani dalla rottamazione». Ultimo appello, ultima possibilità per sottrarre alla distruzione vetture e vagoni che hanno trasportato intere generazioni di studenti e lavoratori lungo le tratte ferroviarie della Roma - Lido e della Roma - Viterbo, ex Roma Nord. Lo gridano con forza l'Associazione culturale TrasportiAmo e il Gruppo Romano Amici della Ferrovia che sperano di centrare l'obiettivo oggi, martedì 21 marzo, quando in Campidoglio verrà posta in votazione la mozione presentata dalla consigliera Svetlana Celli, presidente gruppo consiliare #RomatornaRoma.

«Ci battiamo perché questo grande patrimonio di notevole interesse storico e tecnologico non venga cancellato per sempre - spiegano Davide Nicodemi, vicepresidente di TrasportiAmo e Edoardo Franchi, consigliere Graf - Siamo convinti, infatti, che incarni uno spaccato sociale e industriale della Capitale, in primis, e del nostro Paese, che va dunque al contrario tutelato». Con la mozione si chiede di sospendere il programma di alienazione per la rottamazione approvato da Atac con un bando del 2014 per restaurare e riconvertire le vetture creando percorsi turistico-culturali già previsti dal Ddl sulle ferrovie turistiche licenziato dalla Camera e ora all'esame del Senato. «L'obiettivo - aggiungono Nicodemi e Franchi - è di creare il Treno della Tuscia sulla Roma-Viterbo per la promozione delle bellezze paesaggistiche e naturali nel Viterbese meridionale e di istituire il treno storico della Roma-Lido composto dalle elettromotrici MR che colleghi la Capitale con gli Scavi di Ostia Antica. In Italia ci sono già esempi simili portati avanti dalla Fondazione Fs e dalla Atts di Torino».

Da salvare ci sono per la ferrovia Roma-Viterbo, una elettromotrice (EM 30) e 4 rimorchiate (52, 59, 72 o 76, 82 e 59) che giacciono nella Stazione Viterbo; per la Roma Lido (ex metro Linea B), ci sono 2 elettromotrici MR 100 (MR 106-MR 107), le sole superstiti della prima fornitura, una unità MR 200  e una MR 300 (MR 311-312), tutte lasciate a morire nel deposito di Magliana. Contro il programma di dismissione di Atac «vinto dalla società Co.Fer.Met», sottolinea la mozione Celli, «si sono espressi più volte cittadini, comitati e associazioni in tutta Italia attraverso appelli, lettere e petizioni online». La strategia delineata è chiara: «Bisogna scongiurare le demolizioni e, nel contempo, impegnare l’amministrazione ad aprire un confronto positivo con le associazione interessate alla valorizzazione dei convogli storici Atac. E' possibile dare una seconda vita a queste vetture, attingendo alle risorse europee destinate alla cultura, al turismo e alla mobilità sostenibile», afferma la consigliera. 

Franchi e Nicodemi, appassionati di treni e ferrovie, hanno raccolto in un dossier tutte le caratteristiche di questi treni per “collezionisti di storia”.  Su uno di questi convogli viaggiò anche l'allora Presidente della Repubblica Luigi Einaudi che volle presenziare all'inaugurazione della prima linea metropolitana italiana nel 1955 salendo proprio sui convogli MR100, prime elettromotrici mia costruite in Italia con standard di tipo metropolitano. 

I treni delle serie MR100-200-300 non solo testimoniano il design e la tecnologia italiana degli Anni '50 ma sono stati in servizio sulla Roma-Lido fino agli Anni '90. Quelli della Roma-Viterbo furono immessi in servizio addirittura nel 1932. Da dicembre l'accesso al deposito di Viterbo dove si trovano i convogli è consentito da disposizioni interne «solo e soltanto al fine di consentire lo svolgimento delle attività di dismissione del materiale rotabile affidate alla ditta Cofermet». Stessa azienda campana a cui Atac ha affidato centinaia di bus da rottamare, una vicenda poco chiara recentemente oggetto di un'interrogazione parlamentare per il sospetto che «una parte dei mezzi destinati alla rottamazione siano invece stati riciclati come bus usati e avviati verso il mercato extracomunitario per continuare a circolare, moltiplicando illecitamente il guadagno della ditta appaltatrice». 

«Il Comitato Trasporti Storici di Roma e Lazio nonché la Cooperativa Advanced Roma Services Onlus - conclude Nicodemi, storico del trasporto pubblico locale e blogger - hanno presentato un progetto di massima per il recupero del materiale rotabile storico metroferroviario in concessione all’Azienda Capitolina.

In altre città si farebbero carte false per entrare in loro possesso, a Roma, invece, viene considerato ferro vecchio. Una stortura a cui bisogna porre rimedio».

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