Caos a Tor Vergata, infermieri in rivolta
Il pronto soccorso è al collasso

Caos a Tor Vergata, infermieri in rivolta Il pronto soccorso è al collasso
di Elena Panarella
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Mercoledì 22 Gennaio 2014, 16:25 - Ultimo aggiornamento: 16:26
Il sovraffollamento al pronto soccorso del Policlinico Tor Vergata una regola. Non c’ giorno che non sia in affanno.

Una settantina di pazienti sistemati là dove sono previsti al massimo 16 posti e due infermieri, sta diventando un problema di sicurezza e disagio per le persone costrette a restare in barella accalcate l'uno all'altro anche per giorni. La struttura mediamente conta 140 visite in 24 ore. «E’ capitato una notte che un paziente si sia sdraiato a terra, non ce la faceva più a stare sulla sedia. I posti letto erano tutti occupati. Alla fine gli abbiamo dato un lenzuolo, che potevamo fare senza strumenti a disposizione? La situazione ormai è al collasso», racconta un infermiere del presidio.



IL RACCONTO

«Il pronto soccorso è un vero e proprio accampamento – racconta Mauro Campagna, che ha un parente ricoverato - Non c’è un minimo di privacy, le barelle sono una sopra all’altra per quanto poco spazio c’è . Per chi poi non può muoversi per andare in bagno diventa un calvario». Il viavai è continuo. Pazienti, medici, infermieri e parenti si spingono tra loro, è un carnaio. Non c'è soluzione di continuità tra stanze e corridoi. I malati sono ovunque ci sia un po’ di spazio. Ieri nell’area della breve osservazione alle 17.20 c’erano 30 uomini e 30 donne, (su 16 posti strutturati e 2 infermieri) di cui almeno 30 in attesa di destinazione di ricovero. Più le persone presenti nelle sale di pronto soccorso. Totale: un centinaio di pazienti.



LA POLEMICA

«Per molti dei pazienti non c’è modo di chiedere aiuto con il campanello essendo ricoverati lungo i corridoi – spiega Alessandro Iacchetti, segretario aziendale NurSind Tor Vergata - i bagni sono insufficienti non c’è un comodino dove riporre le proprie cose, si vive nella più totale assenza di riservatezza ed infine la durata per alcuni pazienti in queste condizioni è stata di 2 settimane. La possibilità di errore è altissima». E aggiunge: «Nella sala rossa strutturata con 4 posti si ricoverano anche 8 pazienti in gravissime condizioni cliniche sempre con lo stesso personale d’assistenza. Il policlinico Tor Vergata è Hub di riferimento per le neuroscienze ma manca la terapia intensiva neurochirurgica. Risultato: i pazienti con queste problematiche non trovando una idonea collocazione rimangano impropriamente ricoverati nella sala rossa». Più volte le organizzazioni sindacali del Policlinico Tor Vergata hanno denunciato all’Azienda e alle istituzioni la situazione di grave rischio e pericolo incolumità per i pazienti e per la sicurezza dei lavoratori del pronto soccorso «ma le attività finora intraprese non hanno sostanzialmente modificato il sovraffollamento», conclude Iacchetti. «Come si può notare da questa ennesima denuncia, questa volta arrivata dal Policlinico Tor Vergata, le difficoltà dei pronto soccorso nel Lazio sono molteplici – sottolineano Stefano Barone e Marco Lelli del NurSind, sindacato infermieri – Problema che viene vissuto e denunciato in primis dal personale infermieristico». «L'emergenza del pronto soccorso del Policlinico Tor Vergata deriva da una gestione sanitaria vergognosa che abbandona i pazienti e non garantisce un’adeguata dignità lavorativa al personale ospedaliero – commenta Fabrizio Santori, consigliere regionale e membro della commissione Salute - Con il tour della sanità malata stiamo registrando numerosi fatti di malasanità gestionale dalla gravità inaudita».

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