Terremoto, i quartieri di Roma adottano i piccoli orfani: «Di quei bimbi ci occuperemo noi»

Arquata del Tronto
di Raffaella Troili
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Domenica 28 Agosto 2016, 09:31 - Ultimo aggiornamento: 29 Agosto, 12:43
Vivi ma orfani. Soli da un momento all'altro, come Gabriele Pedicone, 8 anni, che a Gallinaro ha perso padre, madre e sorellina. Come Alessandro, 9 anni, rimasto senza i genitori, Fabio Graziani e Aurelia Daogaru, rimasti sotto le macerie della casa di Amatrice. Romani in vacanza, che non torneranno più e bambini che porteranno una ferita a vita. Le loro storie hanno toccato quanti li conoscevano ma anche sconosciuti. Oggi alle 16,30, all'Appio Latino, si svolgono nella parrocchia San Giovanni Battista de Rossi i funerali di Letizia Francis, Gianluca Pedicone e la piccola Martina, 10 anni.

Il quartiere si è stretto attorno al piccolo Gabriele, la famiglia frequentava la parrocchia ed era amata da tutti. «Ci mancheranno ma ci hanno lasciato un angelo, dobbiamo occuparcene», un tam tam nei gruppi whatsapp e nelle mail interessa i due orfani. All'Appio Latino sia la parrocchia, sia la scuola si stanno organizzando per una raccolta di fondi a favore del piccolo Gabriele, che la notte del terremoto ha vagato come in trance e quando qualcuno finalmente l'ha riconosciuto ha indicato ai soccorritori dove stavano i genitori.
«Siete volati in cielo in una notte d'estate, lasciandoci un angelo. Aiutateci ad accudirlo al meglio, sarete sempre con noi», scrivono sul gruppo del teatro che frequentavano mamma e figlia. Quanti li hanno visti crescere si ripromettono di star loro vicino, Gabriele è stato affidato alla zia, è circondato dall'affetto dei nonni, non parla molto, a volte chiede della sorellina. Oggi forse ci sarà anche lui in chiesa, per l'ultimo saluto a mamma Letizia, papà Gianluca e la sorellina Martina. Ma forse non sarà presente Gabriele, il piccolo, timido chierichetto di San Giovanni Battista de Rossi.

 

«SONO VOLATI VIA MA TORNANO»
La comunità si interroga su come stargli accanto, abbracci, giocattoli quanto davvero serviranno. Di certo non resterà solo. Come Alessandro, che ha perso il papà Fabio Graziani e la mamma Aurelia Daogaru, vice responsabile dell'associazione regionale volontari assistenza sanitaria. Il padre romano, si era trasferito con la famiglia a Nettuno, erano vacanza ad Amatrice, il piccolo era sveglio c'è stata la scossa, giocava ai videogiochi con un amichetto ospite: per questo si è salvato, forse, hanno avuto la prontezza di uscire dalle finestra. Ricoverato ancora in ospedale, sta bene, ma è seguito dagli psicologi. Ricorda ma rimuove: «Mamma e papà? Sono volati in cielo, ma tanto poi tornano».

SOLIDARIETÀ DA LONTANO
Due storie nel mare della tragedia, due storie simbolo che hanno toccato il cuore. Per questo l'associazione provinciale Kenzio Bellotti di Verbania, che fa beneficenza mirata e diretta a casi specifici ha scelto di prendersi cura proprio di Gabriele e Alessandro. «La nostra associazione aiuta soprattutto i bambini - spiega il presidente Daniele Piovera - e ci piace dare i soldi direttamente alle famiglie colpite. Per questo abbiamo avviato una raccolta fondi che coinvolge tutto il territorio: una festa dedicata a Novara, una gara di corsa il 10 settembre, un'amichevole di basket a Omegna, una di coppa Italia di calcio, quelle della prossima settimana di promozione e eccellenza. Oltre a tante altre donazioni singole, che già sono arrivate». L'associazione ha già contattato il parroco, don Mario Pecchielan, e l'Arvas, dove lavorava la mamma di Alessandro. Ora faranno da tramite con le famiglie. A Natale vorrebbero invitarli alla grotta di Babbo Natale a Ornavasso. Ma chissà se avranno Alessandro e Gabriele ci crederanno.