«La sua sfortuna è stata fermarsi a cercare il telefonino nella borsa - racconta il titolare del negozio in cui lavora da sei mesi - proprio davanti a quel gruppo di suonatori ubriachi». Ieri mattina Sara gli ha telefonato. «E’ emotivamente scioccata, hanno tentato di stuprarla, ha mandato un certificato di 30 giorni». Gli ha raccontato quello che le è successo. «Non vengo a lavorare, devo andare a testimoniare e poi sono molto provata, nessuno mi ha aiutata, solo le vigilesse si sono intromesse». Stava risalendo via Frattina per prendere la metro a Spagna, ha fatto 30 metri e ha incrociato quei balordi. Alta, mora, si è soffermata tranquilla davanti a loro, nei pressi della boutique di Trussardi. «Mi hanno circondata, palpeggiata dappertutto».
LA BANDA
Li conoscono tutti, ma giovedì sembrano particolarmente ubriachi e stranamente agitati. Di solito arrivano verso le 18, con bottiglie di vodka e gin, «bevono e suonano, classica e jazz», dicono dentro da Paciotti a via Bocca di Leone, «anche bene» sussurrano nel negozio davanti.
Ma alla maggior parte danno fastidio, nascono battibecchi, offese, «a lungo andare scocciano, anche perché è un continuo, ci sono suonatori tutto il giorno, oltre a chi fa le mega bolle di sapone, chi canta, chi vende borse e sciarpe». Il giorno dopo infatti la cantante è al suo posto, il bengalese anche, musicisti vari e mendicanti vanno e vengono, mancano solo loro, pare siano una vera banda, professionisti mica dilettanti, chissà se hanno mai chiesto il permesso di suonare. «Non è possibile che via Frattina sia abbandonata, quasi tutti i giorni ci rubano qualcosa», dicono anche da Pure, «sembra Marrakech». E Da Prima classe: «Eravamo già chiusi, ma oggi abbiamo pensato subito a quei quattro polacchi». I commercianti sono allarmati: «Può arrivare chiunque, ambulanti, ubriaconi, perché permettere questo schifo?».
CALA IL BUIO
Tutt’altra aria si respira nella parallela via Borgognona.
Da Monnalisa la commessa ha «sentito urlare e ragazzi che correvano». Ha telefonato alla titolare, c’erano ancora clienti, si è chiusa dentro. «E’ terribile, in centro non ti aspetti una cosa del genere», dice il portiere di Palazzo Torlonia, chiuso dopo le 19. «Via Borgognona è una strada isolata, ma non ho mai sentito una cosa del genere, che paura», commentano da Max Mara e Brighenti.
«Il difetto di questa via è che alle 19,30 è buio, specie l’ultimo tratto dove non ci sono negozi e l’ambasciata di Spagna non ha mai autorizzato illuminazione». E’ qui che i vigili in moto bloccano davanti al ristorante “Nino” uno dei quattro in fuga. «Perché lo arrestate? Diceva loro il fratello con un fiasco di vino in mano», ricorda un cameriere.
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