Intervista al tassista che fa cantare i clienti: «I più canterini? Gli stranieri»

Intervista al tassista che fa cantare i clienti: «I più canterini? Gli stranieri»
di Enrico Gregori
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Martedì 6 Maggio 2014, 13:05 - Ultimo aggiornamento: 9 Maggio, 13:49
Emanuele Della Seta, alias Duca40, alias Monza13. Uno, nessuno e centomila, parafrasando Pirandello. Ma forse non la letteratura l'interesse principale di questo tassista di 49 anni abitante in zona Marconi che sta spopolando sul web con i suoi filmati, visto che sta diventando un vero e propro "cult" per la sua invenzione di far cantare i clienti che trasporta nel suo taxi.



Perché Duca40?

«Duca è un omaggio a David Bowie e John Wayne, due personaggi che amo. Il numero 40 è dedicato a un mio amico che purtroppo non c'è più e che era soprannominato er quaranta».



Sembra evidente che la musica è la sua passione, qual è il genere che preferisce?

«Il jazz, senza dubbio. In particolare Frank Sinatra e Tony Bennett».



Ma come le è saltato in testa di organizzare questi concerti estemporanei mentre gira per Roma con il taxi?

«E vabbe', quello del tassista è un mestiere stressante, e spesso è stressato anche il cliente. Una bella cantata in allegria può servire ad allentare la tensione».



Quali sono i clienti più canterini?

«Sicuramente gli stranieri. Stanno a Roma in vacanza e quindi sono più spensierati. Oddio, anche molti romani cantano più volentieri, ma non di mattina quando li prendo in macchina per portarli al lavoro. Di pomeriggio o la sera, quando hanno finito la giornata di lavoro, sono più allegri, e allora la cantata ci scappa».



Sceglie lei il pezzo oppure il cliente?

«Sceglie lui in massima libertà. Si va dalla lirica al rock. Tutto fa brodo per passare un po' di tempo in musica. Ao', mi raccomando, scrivete che il prezzo della corsa è regolare, nessun supplemento per la cantata».



Dai filmati che girano sembra di capire che il suo taxi è una specie di sala di incisione.

«Be', oddio, ho dei pezzi sul karaoke così magari il cliente può sceglierne qualcuno. Ma molto spesso si improvvisa».



C'è mai stato un cliente che l'ha mandata a quel paese?

«Per ora solo uno. Quando gli ho proposto di cantare mi ha risposto che disonoro la categoria dei tassisti. Boh, mi pare assurdo. Ma io chiedo sempre con gentilezza e ovviamente chiedo anche l'autorizzazione al cliente prima di mettere il filmato sul web».



Ma dopo questo successo, lei vuole continuare a fare il tassista?

«Io sì, ci mancherebbe. Però se qualche cliente viene notato e chiamato a partecipare a qualche talent show ne sarei orgoglioso».



Lei ha sempre fatto il tassista?

«No, sono al 3570 da sette anni. Prima facevo il venditore ambulante».



E cantava anche allora?

«Sempre, una bella cantata aiuta il buonumore».