Rifiuti, evasione record a Roma: 150 mila evasori totali

Rifiuti, evasione record a Roma: 150 mila evasori totali
di Mauro Evangelisti
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Venerdì 9 Febbraio 2018, 07:44 - Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 16:10

Dentro Roma c'è una città grande come Ravenna che non paga la Tari. Attenzione, non parliamo di morosità, di ritardi nei versamenti. È qualcosa di peggio. Sono proprio fantasmi, per l'Ama non esistono, sono fuori dal data base e dunque neppure ricevano il bollettino della Tariffa dei rifiuti. Questa causa a Roma un danno quantificabile in circa 50 milioni di euro, su un totale di circa 700 milioni incassati dalla Tari. Estrema sintesi: nella Capitale ci sono almeno 150mila utenze fantasma. Precisazione: sono utenze, non cittadini. Moltiplicando il totale delle utenze per 1,5 si ottiene il numero dei cittadini che evadono la Tari, dunque 225mila.

LA RICERCA
Come è possibile? Partiamo da quanto ha spiegato ieri la sindaca Virginia Raggi. In questi mesi si sta lavorando per avviare il nuovo sistema di raccolta differenziata nel VI e nel X Municipio. Visto che ogni contenitore dovrà avere un tag, una etichetta elettronica personalizzata per ogni utente, è stato deciso di fare un censimento nei due territori. Il nuovo sistema di raccolta non ha ancora un piano operativo, perché prima bisogna capire quanti sono gli utenti reali. Bene, gli esiti del lavoro del monitoraggio sono sorprendenti. VI (Tor Bella Monaca) e X (Ostia), sommati, hanno circa mezzo milione di abitanti, e ieri la Raggi ha detto: «Abbiamo scoperto trentamila scrocconi della spazzatura, persone che non pagano la tassa sui rifiuti e vivono sulle spalle dei cittadini onesti».

NUMERO UNO
Al di là del termine scrocconi che pare mutuato da qualche vecchio numero di Alan Ford, contano le cifre diffuse dalla sindaca: si tratta di «utenze domestiche fantasma finora sconosciute che l'Ama ha scoperto». La Raggi fornisce, parlando dei fantasmi della Tari, anche un'altra cifra - 50mila - per il solo VI Municipio, ma in questo caso fa riferimento al numero dei cittadini, non delle utenze. Altre cose da sapere: questo censimento non è ancora concluso, anche se ormai è vicino all'80-90 per cento del territorio dei due municipi, e finirà prima di marzo. Nessuno in Ama o in Campidoglio si avventura in proiezioni su tutto il territorio comunale in forma ufficiale, però chi conosce le dinamiche romane della Tariffa dei rifiuti, ipotizza che con la tendenza rilevata in quei due municipi, si può ipotizzare con fondatezza che sull'intera città le «utenze fantasma» siano 150mila. Un po' come se a Ravenna nessuno pagasse la Tari (anzi, sarebbe più giusto usare come esempio Bologna, una città più grande, visto che 150mila sono le utenze fantasma, non i cittadini). Secondo molti osservatori in poche città in Italia c'è una percentuale di utenze fantasma alta come quella di Roma.

BILANCIO
Cosa comporta in termini di danno economico questo buco nero? Secondo Virginia Raggi «pesa sulle tasche di tutti noi perché registriamo una perdita netta di 8,8 milioni di euro l'anno che non entrano nelle casse del Comune. Milioni di euro che potrebbero essere spesi per dare più servizi ai cittadini. Ma ci rendiamo conto? Un'assurdità a cui stiamo mettendo la parola fine: queste persone devono pagare le tasse». «Sono dati agghiaccianti» dice la Raggi. Anche in questo caso se si ragiona poi su tutto il territorio, si comprende che quella cifra si moltiplica: secondo alcuni esperti potrebbe raggiungere quota 50 milioni di euro all'anno di mancati incassi. Recuperarli consentirebbe a tutti di pagare meno di Tari. Ora che sono stati scoperti, i «fantasmi» saranno obbligati a pagare? In linea teorica sì. Dal punto di vista pratico c'è qualche problema in più: nel lotto di chi non vuole versare la tariffa dei rifiuti ci sono sì moltissimi che semplicemente fanno i furbi, ma tanti invece rappresentano fasce di disagio ai margini della società dai quali non sarà semplice incassare.
 

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