Tari con l'Iva, tegola sui conti Ama. Il Tesoro: «Rimborsi 70 milioni»

Tari con l'Iva, tegola sui conti Ama. Il Tesoro: «Rimborsi 70 milioni»
di Fabio Rossi
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Venerdì 14 Ottobre 2016, 18:39
L'Ama potrebbe dover rimborsare anche ad altri romani l'Iva incassata, negli anni passati, per la tariffa rifiuti: una partita che, per l'azienda di via Calderon de la Barca, vale circa 70 milioni annui. Dopo le sentenze dei giudici di pace di Roma e Tivoli, che hanno disposto la restituzione dell'imposta versata da alcuni cittadini che hanno fatto ricorso, la questione sta assumendo una rilevanza nazionale. È infatti allo studio degli uffici del ministero dell'Economia la possibilità di restituire in modo generalizzato l'Iva sulla tariffa di igiene ambientale (Tia), ma va sottolineato che «in linea generale gli effetti finanziari della restituzione potrebbero essere molto rilevanti», come hanno spiegato da via XX Settembre, rispondendo alle interrogazioni della commissione Finanze della Camera. La Corte costituzionale, secondo quanto sottolineano i membri della commissione che hanno posto il quesito - tra cui il deputato pentastellato Marco Brugnerotto - ha stabilito che la tariffa non è soggetta all'imposta sul valore aggiunto perché «non ricorre il requisito della sinallagmaticità della prestazione»: ossia non viene pagata dai cittadini in base al servizio richiesto, come nel caso del trasporto pubblico o degli asili nido, ma ha caratteristiche tipiche del tributo.

I RIMBORSI
Tuttavia le aziende di gestione, sottolineano i parlamentari nelle interrogazioni, continuano ad applicare l'Iva e, contemporaneamente, presentano all'Agenzia delle entrate l'istanza al fine di ottenere il rimborso delle somme versate. Allo stato, risponde il ministero, «tenuto conto del cospicuo contenzioso instauratosi a seguito delle richieste di rimborso avanzate dai cittadini e delle pronunce dei giudici di legittimità, la questione dell'applicabilità dell'Iva alla tariffa di igiene ambientale è all'attenzione delle competenti strutture dell'amministrazione finanziaria». Gli approfondimenti istruttori, volti a individuare «una soluzione idonea a contemperare le istanze dei cittadini utenti del servizio». Allo stesso tempo, si sottolinea, bisogna tener conto del «rispetto dei saldi di finanza pubblica». Il Mef sottolinea che, «in linea generale, gli effetti finanziari della restituzione dell'Iva sulla Tia potrebbero essere molto rilevanti». Alla finestra c'è, tra l'altro, il Movimento difesa del cittadino, che ha fornito assistenza legale ai primi ricorrenti: l'associazione sta già ricevendo le prime richieste di utenti desiderosi di farsi rimborsare quel 10 per cento di imposta aggiuntiva.

L'AZIENDA
Nonostante le possibili ripercussioni finanziarie, all'Ama non sono preoccupati: la vicenda Tari, a quanto si apprende dal Campidoglio, sarebbe stata chiarita già dal 2010, con la trasformazione della tariffa in tributo e l'esclusione dell'Iva. Pertanto i ricorsi potrebbero riguardare soltanto gli anni precedenti. Vista la prescrizione decennale, quindi, a rischio ci sarebbero soltanto le annualità dal 2007 al 2009, ma con tempi ormai strettissimi a disposizione per promuovere l'azione legale prima della scadenza dei termini. Il Governo, però, a fine 2010 aveva introdotto la nuova Tia, sostenendo che si trattasse di una tariffa, pagata dai cittadini come corrispettivo di un servizio, quindi con l'applicazione dell'Iva al 10 per cento. Un'interpretazione che aveva costretto l'amministrazione di Gianni Alemanno, nel 2011, a chiedere anche l'Iva arretrata dell'anno precedente, spalmandola però su tre annualità, dal 2012 al 2014. Anche questi anni, quindi, potrebbero essere oggetto di controversia con i cittadini che volessero rivalersi sull'Ama.