Roma, tangenti sui rom, si allarga l'inchiesta: l'amianto sotterato nei campi nomadi

Roma, tangenti sui rom, si allarga l'inchiesta: l'amianto sotterato nei campi nomadi
di Michela Allegri
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Sabato 2 Luglio 2016, 09:18 - Ultimo aggiornamento: 3 Luglio, 09:25

Appalti pilotati, rifiuti tossici interrati abusivamente, perizie false per ottenere permessi di soggiorno e per uscire dal carcere. Nell'informativa dei carabinieri della compagnia Roma Eur, nell'ambito dell'inchiesta dei pm Tescaroli, Lasperanza, De Santis e Golfieri, su un giro di mazzette ai piani alti del Campidoglio, si legge che i campi nomadi gestiti dal dipartimento Politiche sociali erano diventati terra di nessuno. E che i rom, approfittando della situazione, avevano iniziato a farla da padroni, avallati da politici e funzionari corrotti. Gli indagati sono 78, compresi Francesco D'Ausilio, ex capogruppo Pd al Consiglio Comunale, ed Emanuela Salvatori, dirigente dell'ufficio Rom, Sinti e Camminanti. «Le indagini hanno evidenziato la totale assenza di controlli in merito alla durata della permanenza presso i campi e all'esecuzione degli interventi da parte di cooperative sociali che ricevono cospicue somme dall'Amministrazione». Il risultato è che i nomadi «hanno continuato a usufruire gratis dei servizi senza averne titolo, in quanto clandestini, pregiudicati oppure titolari di elevate potenzialità economiche». Il contesto è «di totale anarchia»: gli operatori dell'Ama vengono addirittura minacciati se tentano di pulire, e «omettono di rimuovere i rifiuti nonostante previsto dal contratto con il Comune».

 

«SVERSAMENTO DI RIFIUTI»
Alcuni villaggi sarebbero stati usati «come sversamento abusivo di rifiuti pericolosi» spesso incendiati dai residenti «generando fumi tossici». Nel campo di via della Cesarina, per esempio, l'imprenditore corrotto Roberto Chierici - arrestato poche settimane fa - ha ottenuto grazie alla dirigente Salvatori un appalto per eseguire opere di bonifica. Insieme ai suoi collaboratori «smaltisce illecitamente dell'eternit sotterrandolo». Non sapeva di essere sorvegliato e intercettato. «Senti Robè qui ce sta un bel po' de eternit», dice un appaltatore. «Embè, famo una buca», risponde Chierici. Il 14 marzo 2014, gli inquirenti sequestrano l'area e trovano il materiale tossico. Chierici tenta di mischiare le carte. Inganna anche la Salvatori, cercando di addossare la responsabilità a un imprenditore rivale: «Mi fai venire l'idea che sia stata una ditta concorrente a fare una spiata».
 
MAZZETTE PER GLI ALLOGGI
A mettere i bastoni tra le ruote al sodalizio arriva Maria Letizia Santarelli, dirigente dell'ufficio Ragioneria del Campidoglio. Si accorge degli illeciti e dei fondi destinati agli imprenditori amici. La Salvatori, oltre a chiedere aiuto a D'Ausilio e Calogero Salvatore Nucera, entrambi indagati, si fa anche assistere da un perito comunale, che accetta di «modificare una dicitura sulla perizia da lui redatta, affinché possa essere approvata». L'illegalità abbraccia anche l'Ufficio immigrazione. I nomadi riescono a beffare i funzionari, ottenendo permessi irregolari con la presentazione di dichiarazioni dei redditi taroccate. I documenti falsi prodotti alla Questura «sono identici a quelli consegnati al giudice per fare ottenere a un rom i domiciliari». A realizzarli, sarebbe stato un perito. Emerge dalle intercettazioni: «Per 1.000 Euro gli dà dei documenti che lo fanno scarcerare l'avvocato prende il referto della visita e lo porta dal giudice», dice un nomade. Nel campo di Castel Romano, invece, per anni, a gestire l'assegnazione degli alloggi sono stati i due capi campo, e assegnavano le unità abitative a suon di mazzette. Avevano l'appoggio di un vigile urbano, che spartiva con loro le somme.

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