Camera di Commercio, Tagliavanti ricorre al Consiglio di Stato, ma i giudici confermano l'ordinanza del Tar

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Martedì 24 Dicembre 2013, 16:20 - Ultimo aggiornamento: 16:46
L’aveva promesso. Ricorso al Consiglio di Stato per cercare di bloccare la sospensiva emanata dal Tar. Lorenzo Tagliavanti non ha digerito la delibera emanata del tribunale amministrativo del Lazio che, di fatto, ha accolto le richieste del presidente della Camera di commercio, Giancarlo Cremonesi, dell’Acer e degli industriali, confermando la sospensiva sul famoso articolo 27 bis. Articolo che, introdotto dal gruppo dei consiglieri “ribelli” dell’ente camerale – guidati proprio da Tagliavanti –, contempla lo strumento della sfiducia al presidente.



L’attuale vicepresidente dell’ente camerale ha trovato, invece, l’opposizione anche dei giudici di palazzo Spada. Questa mattina, alle 9.40, Lorenzo Tagliavanti ha notificato un ricorso al Consiglio di Stato per chiedere l’emissione di un decreto cautelare di sospensione circa l’ordinanza emanata dal Tar lo scorso 21 dicembre. Il Consiglio di Stato, poi, prendendo atto, appena due ore dopo, della memoria presentata dal legale del presidente della Camera di commercio, Federico Tedeschini, ha respinto la richiesta di Tagliavanti, confermando implicitamente la validità delle scelte compiute dal Tar del Lazio e fissando l’udienza per la discussione della domanda sospensiva al 14 gennaio prossimo.



LE REAZIONI

«Mi auguro che questo ulteriore pronunciamento del giudice – afferma il legale di Cremonesi – possa contribuire a un rasserenamento del clima che si respira ora nell’ente camerale». «Altrimenti – conclude l’avvocato Tedeschini – non resterà, per gli organi tutori, altra possibilità se non quella di intervenire, nominando lo stesso Cremonesi commissionario della Camera di commercio». Un’azione, quella di Tagliaventi, preannunciata ma comunque a sorpresa e arrivata, quasi in sordina, il giorno della Vigilia di Natale. «È chiaro che ognuno ha diritto di attivare i tribunali per difendere le proprie ragioni», commenta Giancarlo Cremonesi. «Ma appare evidente – prosegue – che chiedere un decreto al Consiglio di Stato, non essendoci motivo di danno per nessuna delle parti, altro non è se non l’ennesima forzatura». «Nonostante questo – conclude il presidente Cremonesi – siamo pienamente fiduciosi e sereni per quelle che saranno le decisioni sia del Consiglio di Stato il prossimo 14 gennaio in merito alla sospensiva, che per quelle del Tar». Il 13 febbraio, infatti, il tribunale amministrativo del Lazio si pronuncerà sul merito della sospensiva dell’articolo 27 bis, introdotto nel regolamento dell’ente camerale.