Roma, «Ho visto Susanna spegnersi lentamente»: il racconto dell'amico della studentessa morta di meningite

Roma, «Ho visto Susanna spegnersi lentamente»: il racconto dell'amico della studentessa morta di meningite
di Raffaella Troili
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Mercoledì 3 Agosto 2016, 08:41 - Ultimo aggiornamento: 4 Agosto, 08:45

Si trascina verso la sua chiesa e sembra pieno di dubbi. E' rientrato ieri, c'erano tutti, sani e salvi, tranne Susanna. Francesco è distrutto e non è la stanchezza, fa finta all'inizio, «chi io? Non c'ero, no a Cracovia», poi torna indietro e racconta come in trance. «Ero con Susanna, ho fatto il viaggio con lei, l'ho vista svenire, aggravarsi, era lultima tra noi che doveva morire, così solare, disponibile, attenta». Si affaccia nel tardo pomeriggio nella parrocchia di San Policarpo, ha ancora al polso il braccialetto della Giornata Mondiale della Gioventù con scritto in Jesus we trust. Guarda a terra, si passa la mano sul viso, gli occhi lucidi e lo sforzo di ricordare.

«SI STENDEVA SEMPRE» Era nel gruppo di ragazzi partiti dalla parrocchia di San Policarpo all'Appio Claudio, con loro don Pino, il vice parroco, don Davide e suor Alessandra. Oltre ad altri giovani di due parrocchie vicine. Fa fatica a raccontare quella gita che doveva essere un momento di gioia, un ricordo speciale e che si è trasformata in tragedia: la sua amica diciottenne è morta stroncata dalla meningite. Le sue condizioni sono precipitate a Vienna, dove è morta. «All'inizio sembrava un colpo di sole, la mattina di domenica con il Papa era stata caldissima, Susanna era svenuta alla fine della messa, ma non era l'unica a sentirsi male. Abbiamo fatto chilometri sotto il sole, lei aveva la febbre alta, non aveva mangiato né a pranzo né a cena, faceva fatica a camminare, si stendeva, l'aiutavamo». Si ferma ancora Francesco, come se i ricordi gli si materializzassero dolorosi davanti agli occhi. E assumessero d'improvviso un'altra luce. «Dopo tanto caldo, ci ha preso il diluvio». Susanna sempre più debole, si sdraiava dove poteva. «Dormiva sempre, abbiamo pensato a uno sbalzo termico, nessuno ha pensato a qualcosa di più grave».

 

«NEL BUS SI È AGGRAVATA» Da Cracovia a Vienna, sul pullman Susanna perde quasi conoscenza. Cinque ore, con una sosta, la giovane è pressoché immobile. «Aveva gli occhi sbarrati, dormiva, si vedeva che stava male, sì la aiutavamo, anche la sorella ma nessuno pensava che fosse in pericolo di vita, non era l'unica a sentirsi così. Eravamo stati sotto un caldo torrido e lei non si era coperta, non si era refrigerata». Il viaggio di Susanna «con lo sguardo fisso» termina nella tappa di Vienna. «E' scesa dal pullman ed è svenuta. Padre Pino e gli altri hanno immediatamente chiamato l'ambulanza, hanno subito capito che era grave». E' mezzanotte Susanna viene ricoverata: è meningite, i medici prescrivono la profilassi a tutto il gruppo, una compressa di Ciprofloxacina da 500 milligrammi, da riprendere dopo due giorni. I ragazzi restano in attesa, «verso le due e mezza del pomeriggio abbiamo saputo che Susanna è morta». Arriva la famiglia, la sorella Margherita resta a Vienna come lei il viceparroco don Pino. I ragazzi se ne ripartono muti, sconvolti, in lacrime. Non doveva finire così questa Giornata Mondiale della Gioventù, quell'incontro tanto desiderato, fatto di preghiere, scherzi, risate.
 
«ERA TANTO CONTENTA» «Susanna era tanto contenta, stava vicino a tutti, era l'ultima che si meritava questa fine, la febbre le è venuta per lo stress». E' crollata. Perché stava bene, almeno gli altri giorni. «L'ultimo giorno lo sforzo fisico le ha fatto abbassare le difese immunitarie», ancora Francesco. «Era l'ultima che si meritava di morire», ripete «e non mi fraintenda, intendo che era speciale, solare, vicina a tutti». Sta rientrando anche un'altra ragazza del gruppo trattenuta all'ospedale di Udine dopo aver dato di stomaco e dunque potenzialmente vanificato l'effetto della copertura antibiotica). «Sta bene, è stato solo lo stress, anche per lei». Francesco se ne va, non ha più voglia di parlare. Forse in serata si riaffaccerà per una preghiera.

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