Stupro a Roma, il militare voleva rivedere la 15enne:
vieni domani alla fermata metro

Stupro a Roma, il militare voleva rivedere la 15enne: vieni domani alla fermata metro
di Valentina Errante e Adelaide Pierucci
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Sabato 4 Luglio 2015, 08:48 - Ultimo aggiornamento: 6 Luglio, 00:13

Pensava di avere un altro appuntamento con la sua giovane vittima. Perché quella ragazzina di 15 anni, terrorizzata, dopo essere stata minacciata da Giuseppe Franco, che ha il doppio della sua età, lo aveva assecondato, facendogli credere anche di dargli il numero di telefono e concordando con lui una versione da raccontare alle amiche. Voleva solo salvarsi.

L’ORDINANZA

Il giudice ricostruisce i fatti partendo dalle dichiarazioni concordanti della vittima e delle altre testimoni.

L’incontro, la richiesta dei documenti, il pretesto dell’identificazione per portarla in un luogo appartato e lei che dice alle amiche di non seguirla «per non metterle nei guai» davanti a quel rappresentante delle forze dell’ordine.

Si legge nell’ordinanza: «Dopo cinque metri la ragazza cercava di allontanarsi ma veniva afferrata da dietro e veniva coperta sul volto da una mano. Poi cadeva in avanti poggiando i gomiti e le ginocchia in terra, cercava di gridare ma l’uomo le tappava la bocca e il naso. L’individuo la minacciava che se non si fosse calmata avrebbe fatto male a lei e alle amiche. A quel punto lei si fingeva consenziente». Poi la violenza. «Subito dopo - scrive ancora il gip - lui le dava appuntamento alle 9 del mattino del giorno successivo nei pressi di via Lepanto. La ragazza chiedeva all’uomo di accompagnarla dalle amiche e lo rassicurava che non avrebbe loro riferito nulla; anzi che avrebbe preso una multa da 70 euro».

​Lui le chiede il numero di cellulare, lei lo asseconda ancora, ma gli dà quello della mamma. E come in un film dell’orrore, non riesce a credere di essere uscita dall’incubo, pensa che il suo aguzzino possa ancora farle del male. Quando torna dalle amiche, in compagnia di quell’uomo e scorge la mamma di una di loro, fa cenno di tacere. Scrive ancora il gip: «Ulteriore conferma alle affermazioni della ragazza arrivano dalla madre di una delle amiche, la quale affermava di essere stata chiamata dalla figlia allarmata, avere visto l’uomo in questione che riportava la ragazzina e si dirigeva nella sua direzione. La donna aggiungeva che quando l’uomo passava accanto a lei, lo guardava sommariamente, vedendo che la ragazzina le faceva segno con la mano di non dire nulla».

LE TESTIMONIANZE

Agli atti ci sono anche le testimonianze di due venditori di fiori che hanno confermato di vere visto quelle donne inseguire l’indagato. Circostanza dimostrata anche dai fotogrammi del ristorante ”Osteria Scaloni” «che immortalano Franco mentre fugge di corsa inseguito», immagini diffuse ieri dalla squadra mobile. Ma a incastrare l’uomo ci sono pure le parole del fratello. Scrive ancora il gip: «Accadeva infatti che, traendo spunto dalle dichiarazioni della persona offesa che riferiva che il suo violentatore era giunto sul luogo in bicicletta, gli agenti della mobile si appostavano nei pressi di una bici legata a un palo e fermavano un individuo che in piena notte era venuto a prenderla. Era Mario Franco, il quale sottoposto a interrogatorio, confessava che la bici era stata utilizzata dall’indagato. E aggiungeva che il fratello lo aveva contattato dicendogli che era successo ”un casino” e che, mentre si trovava in giro nel quartiere Prati con la bicicletta, aveva conosciuto una ragazza e aveva combinato ”un impiccio”». Per il gip, alcuni aspetti delle dichiarazioni della ragazza, devono essere ancora chiariti. Lei adesso è tornata a casa. «Sta molto, molto male - dice l’avvocato Angela Leonardo - sta seguendo tutte le profilassi, ma è devastata e la pressione mediatica non l’aiuta».

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