Stupro, sospetto è ancora a Roma: fotografato nei pressi di Villa Borghese

Stupro, sospetto è ancora a Roma: fotografato nei pressi di Villa Borghese
di Alessia Marani e Camilla Mozzetti
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Sabato 23 Settembre 2017, 08:34 - Ultimo aggiornamento: 11:47

«Pronto? Sono a Villa, Villa Borghese, dormo sempre lì», assicurava ancora ieri pomeriggio a un amico, al telefono, il clochard polacco di 25 anni fotografato vicino al luogo dove domenica notte si è consumato lo stupro ai danni della senzatetto tedesca di 57 anni. È lui il sospettato numero uno nelle indagini della Squadra Mobile. Troppo spavaldo da sfidare i controlli oppure semplicemente innocente? Eppure il ragazzo, K. D., a un altro clochard appena tre giorni fa aveva mostrato l'intenzione di lasciare la Capitale. «Lo conosco da un paio d'anni - racconta il connazionale che vive nell'area attorno al Vaticano - l'altro giorno eravamo a Termini. Io bevevo, lui no. Perché più che bere lui prende delle pasticche. Diceva che a Roma non si sta più bene e che se ne sarebbe andato nel Nord Europa».

L'IDENTIFICAZIONE
Il venticinquenne venerdì mattina era stato identificato e fotografato dai vigli urbani del nucleo Assistenza agli emarginati. Era seduto sui gradini davanti alla fontana che, ai piedi di Villa Lubin, affaccia su viale Washington. A quaranta, cinquanta metri al massimo dal giaciglio della vittima. La sua presenza a Villa Borghese, dunque, è attestata dagli agenti della Municipale accorsi nel parco per fermare un indiano che, fuori di testa, si stava denudando di fronte ai passanti. Con lui gli agenti hanno trovato altri senza fissa dimora tra cui il giovane - calvo, con una maglietta blu, jeans e scarpe da tennis - e una ragazza che era in sua compagnia. Lui parlava un po' l'italiano, lei era ubriaca, sdraiata a terra. Lo straniero ha detto di dormire nel parco e nel pomeriggio è stato visto nuovamente aggirarsi per la Villa. In quell'occasione i vigili hanno anche scattato la foto, lui capo chino, intento ad accendersi una sigaretta.

IL REBUS
Un'immagine ora al vaglio degli investigatori e che rappresenta un tassello prezioso in un rebus, tuttavia, non così immediato da districare. Ci sono più profili che i segugi della IV Sezione di via di San Vitale stanno passando al setaccio tra i desperados che popolano i giardini di Villa Borghese e del Pincio. Non una pista precisa. La vittima dello stupro, in Italia da sei mesi, infatti, ha raccontato di essere stata malmenata e immobilizzata: «Quell'uomo mi ha legato le mani con dei lacci di scarpe, poi mi ha rubato anche 40 euro di elemosine». Ma la 57enne non è stata in grado di descrivere il volto dell'aguzzino, affermando solamente che si tratta di un giovane sui 20, 25 anni, con la carnagione chiara e l'inflessione della voce slava, forse polacca. Forse un altro homeless che le si sarebbe seduto accanto all'improvviso e avrebbe cominciato a farle delle avances non ricambiate.

TELECAMERE SPENTE
Una ricostruzione troppo nebulosa per inchiodare qualcuno. Almeno per ora. La foto scattata dai vigili urbani, a questo punto, diventa l'indizio numero uno in un'inchiesta che, però, lascia aperti più fronti. Al momento l'unica traccia certa in mano agli inquirenti sono i reperti biologici prelevati dai tamponi d'ospedale e quelli sequestrati con gli slip e gli indumenti che la vittima indossava quella notte. Le telecamere - spente - lato piazzale Flaminio non hanno aiutato.
 

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