Roma, studente ricoverato per meningite: scoppia il panico al Domizia Lucilla

Roma, studente ricoverato per meningite: scoppia il panico al Domizia Lucilla
di Valeria Arnaldi
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Venerdì 6 Maggio 2016, 08:06 - Ultimo aggiornamento: 7 Maggio, 09:27

Un malessere improvviso, la febbre alta, i dolori eccessivamente forti per essere liquidati come influenza stagionale. Poi, la corsa in ospedale e la diagnosi: meningite da meningococco. È stato il tam-tam tra compagni, prima ancora della nota Asl, a denunciare un caso di meningite nell'istituto alberghiero Domizia Lucilla, in via Cesare Lombroso, zona Trionfale.
Un quindicenne è stato ricoverato sabato scorso, in mattinata e, in poco meno di quarantotto ore, tra studenti e genitori si è scatenato il panico, alimentato da voci e soprattutto silenzi. La comunicazione Asl, con indicazione delle misure da adottare, è stata pubblicata sul sito dell'istituto solo lunedì, poco dopo le 13, quando, secondo molti genitori, era ormai «troppo tardi».
«Non ho mandato mio figlio a scuola, ho paura - dice Amalia, madre di uno studente coetaneo del ragazzo, che studia in un'altra sezione - Lui ha capito la gravità della situazione ed è spaventato. Dovrebbero chiudere l'istituto, è questione di sicurezza». «Chi può fa rimanere i figli a casa, ma il mio deve sostenere un esame - afferma Lavinia, madre di un ragazzo al terzo anno - Dicono che il rischio sia solo per contatti stretti e prolungati ma in istituto condividono laboratori e cucine, è impossibile stare tranquilli. Il medico mi ha consigliato la profilassi. Anche per noi genitori».
 
LE ISTRUZIONI
La Asl è stata chiara: alla profilassi sono tenuti solo «familiari, compagni di camere da letto, compagni e professori della stessa classe», tutti gli altri «non sono considerati soggetto a rischio», ma in istituto è scoppiata quella che la dirigente scolastica Ida Paladino, non esita a definire «una vera psicosi. Sono state prese tutte le misure necessarie, il ragazzino è ricoverato ma sta bene - spiega - il contagio non è avvenuto in aula ma in discoteca. Una compagna di classe poi ha accusato un malessere che però non aveva nulla a che fare con la meningite. I genitori degli allievi ci hanno tempestato di chiamate, li abbiamo tranquillizzati. Abbiamo fatto venire un medico a scuola per spiegare la situazione agli studenti. L'istituto è sicuro, non c'è motivo per chiuderlo».

LE VOCI
Eppure le richieste continuano. «Stiamo ricevendo tantissime chiamate da genitori preoccupati - racconta Giovanni Ceccaroni, presidente Comitato di Quartiere XIV municipio - circolano molti racconti, occorrono certezze. I ragazzi, almeno quando vanno a scuola, devono essere al sicuro. Forse la chiusura dell'istituto non è necessaria o non è possibile, ma di certo la sospensione delle lezioni farebbe sentire tutti meglio». Intanto, le voci si moltiplicano, c'è chi parla di "coma", chi aumenta i casi. Leggende metropolitane che "misurano" la paura.
 
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