Roma, liceale picchiato perché antifascista finisce in ospedale

Roma, liceale picchiato perché antifascista finisce in ospedale
di Marco Pasqua
2 Minuti di Lettura
Domenica 29 Giugno 2014, 02:14 - Ultimo aggiornamento: 30 Giugno, 01:52
Preso a calci e pugni in strada, dopo essere stato circondato da un gruppo di almeno tre ragazzi di estrema destra, che gli avevano chiesto se fosse un antifascista. Un'aggressione a freddo, poco dopo la mezzanotte di venerdì, avvenuta a piazza Epiro. La vittima è uno studente 18enne del liceo Mamiani, che ora si trova ricoverato all'ospedale San Giovanni, con un naso rotto e numerose contusioni. «Stavo tornando da casa della mia fidanzata, che abita poco distante dalla mia abitazione – racconta Davide (nome di fantasia), al secondo anno di liceo – quando ho notato due persone ferme in strada. Mi fissavano e sembrava che mi stessero aspettando. Quando ho raggiunto una zona poco illuminata, uno di loro mi è venuto incontro e mi ha chiesto se fossi un antifascista. Gli ho risposto di sì e allora, insieme all'altro che era con lui, hanno iniziato a contestare la mia affermazione, dicendo cose del tipo 'ma non ti vergogni a dircelo?' E' chiaro che si trattava di un pretesto per litigare».



La discussione, infatti, degenera dopo pochi minuti e, all'improvviso, da dietro arriva un terzo ragazzo che colpisce Davide con un pugno in volto, rompendogli gli occhiali. Inizia a sanguinare dal naso e cade a terra: il branco, però, non ha pietà e inizia a prenderlo a calci. Davide urla, si protegge il viso con le mani, ma per fortuna riesce ad alzarsi e a fuggire via.



IL TESTIMONE

«Poco distante incontro un ragazzo con il cane. Gli chiedo aiuto. Mi vede sanguinante e chiama l'ambulanza e il 112. Gli racconto cosa è successo – spiega – E' allora che gli aggressori ci raggiungono. Ci chiedono se avessimo chiamato la polizia. Mi dicono di stare tranquillo, è evidente che hanno paura. Io sto continuando a sanguinare e inizio ad urlare contro di loro, facendoli fuggire».



Davide viene trasportato in ospedale, martedì sarà operato al naso, la prognosi è di 20 giorni. «Non conoscevo nessuno degli aggressori, anche se li saprei riconoscere – aggiunge – Ho fatto attività politica in passato, frequentando il collettivo della mia scuola. Sul fatto che fossero estremisti di destra non avrei dubbi. Poco prima di prendermi a pugni mi hanno chiamato 'compagno'». La sera dell'aggressione non indossava capi con simboli politici («avevo un t-shirt di Barcellona»): «Davvero non so spiegare perché sia successo. Non ho mai ricevuto minacce anche se in qualche occasione sono stato preso di mira verbalmente da un ragazzo legato ad un'organizzazione di estrema destra. Ma non era tra gli aggressori. Almeno credo». Nelle prossime ore, Davide si rivolgerà ad un avvocato, per sporgere denuncia: «Mi metterò in contatto con il ragazzo che stava portando a spasso il cane, anche lui saprebbe riconoscere i miei aggressori».



marco.pasqua@ilmessaggero.it
© RIPRODUZIONE RISERVATA