Roma, spedisce troppi mazzi di fiori: stalker a giudizio

(Foto Ansa)
di Adelaide Pierucci
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Lunedì 25 Settembre 2017, 09:48 - Ultimo aggiornamento: 26 Settembre, 11:28
A giudizio stalker romantico. Talmente invaghito della ex da diventare prima invadente e poi ossessivo. E così, dopo la denuncia, Fabio N., operaio di 30 anni, dovrà sedere sul banco degli imputati a piazzale Clodio e difendersi anche dall'accusa di aver spedito mazzi di fiori. Nel capo di imputazione la procura ne contesta uno in particolare: «Un fascio di rose rosse accompagnato da un biglietto: Ti amo».

Con un corteggiamento senza tregua, l'innamorato deluso sperava di riconquistare la ragazza. E allora, fino a sconfinare nella persecuzione, per sei mesi, dal giugno 2015 al gennaio 2016, si è appostato sotto l'abitazione e l'ufficio dell'innamorata nella speranza di incrociarne lo sguardo. L'ha chiamata di giorno e di notte per convincerla a riallacciare la storia. E le ha spedito decine di sms sdolcinati per augurarle il buongiorno, la buonanotte o buon compleanno. Fino a inviare, appunto, del «fascio di rose rosse», come ha scritto il pm Cristiana Macchiusi, «con un bigliettino contenente la seguente frase: «L'amore mio sei tu. Grazie di esistere. Ti amo». Ma la donna si è sentita molestata da tante attenzioni. Il fidanzamento era finito da tre anni e la giovane era preoccupata dal ritorno di fiamma dell'ex.

«CONDOTTA MOLESTA»
«Le condotte moleste dell'indagato - è stata la conclusione della procura - hanno ingenerato nella donna un perdurante stato di ansia e paura, costringendola a cambiare le sue abitudini di vita come guardarsi intorno con circospezione ogni volta che usciva da casa, mutando gli itinerari, farsi accompagnare, vivere in un continuo stato di tensione per il timore di vederlo apparire all'improvviso». Da qui l'elencazione degli atti persecutori. Appostamenti e pedinamenti, gli sms «alcuni di contenuto minaccioso, altri dal contenuto amorevole», la continua richiesta di incontri. Fino alla contestazione delle rose rosse e dell'invio, «nei giorni tra l'11 novembre del 2015 al Capodanno 2016 di innumerevoli sms dal contenuto amoroso e sentimentale». «In quel periodo - ha provato a giustificarsi l'imputato davanti al gip - ho perso mia madre e in una fase di turbamento ho pensato di corteggiare in ogni modo la mia fidanzata nella speranza di darle prova dei miei sentimenti».

Ma il pm nella richiesta di rinvio a giudizio aveva sollevato un'ultima contestazione non in linea con un innamoramento senza ombre: «L'indagato minacciava di fare qualsiasi cosa per convincerla a stare con lui».
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