La manovra, rigorosamente top secret, a cui stanno lavorando esponenti grillini che gravitano attorno al Campidoglio insieme ad alcuni democratici, riguarda i fondi pubblici per finanziare il Ponte dei Congressi. Sono soldi del Cipe, il Comitato interministeriale per la programmazione economica. L'idea è quella di dirottare le risorse dello Stato sul Ponte di Traiano, il collegamento che nel primo piano Tor di Valle - quello varato nel 2014 e poi bocciato dalla conferenza dei servizi - era interamente finanziato dai privati, in cambio di cubature che nella seconda versione del progetto sono state sforbiciate. Il problema è che questo ponte ora come ora si ritrova senza coperture economiche. Anche se è fondamentale per evitare che nell'area intorno allo stadio, già iper-congestionata, il traffico vada definitivamente in tilt.
I TEMPI
Ecco allora l'idea: dato che il progetto del Ponte dei Congressi al momento annaspa in realtà né più né meno di Tor di Valle - un pezzo dei Cinquestelle e un pezzo di Pd che è rimasto stadista ragionano sulla possibilità di spostare i fondi pubblici da un ponte all'altro. Quando? Nella prossima legge di stabilità, senza aspettare il Milleproroghe, esposto a troppe incognite.
Va capito se la manovra andrà in porto, anche perché non tutti i dem sono d'accordo. Anzi. Del resto il Ponte dei Congressi è considerato dagli stessi tecnici comunali che si occupano di Urbanistica fondamentale per fluidificare il traffico nel quadrante Sud di Roma; mentre il Ponte di Traiano, come ha ammesso lo stesso assessore all'Urbanistica di Raggi, Luca Montuori, «è utile solo agli impianti privati», cioè allo stadio e al Business park. Se è così, viene da chiedersi perché debba essere pagato con fondi pubblici.