Roma, «Spelacchio è nato morto»: indagine su chi l'ha ucciso

Roma, «Spelacchio è nato morto»: indagine su chi l'ha ucciso
di Lorenzo De Cicco
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Martedì 19 Dicembre 2017, 07:49 - Ultimo aggiornamento: 20 Dicembre, 00:04

«Verità per Spelacchio!», verrebbe da dire. A chiederla, in gran segreto, è stata la stessa Virginia Raggi, che dopo giornate di sberleffi social da tutto il mondo - in Russia hanno ribattezzato il nostro abete morente «toilet brush», cioè spazzolone da gabinetto - ha deciso di chiedere una «relazione tecnica urgente» al Servizio Giardini. Una sorta di indagine interna che dovrebbe ricostruire la catena di errori che ha trasformato il fusto verdeggiante ben piantato nella Val di Fiemme nell'abete scheletrico e mesto che sbuca davanti alle scalinate del Vittoriano.


Che l'albero sia morto, non è una novità. Da sempre a piazza Venezia vengono ospitati tronchi senza radici; troppo complicato (soprattutto troppo costoso) trasportarli dalle montagne del Nord con tanto di colletti e ramificazioni sotterranee. Di fatti, lo stesso appalto del Campidoglio per il trasporto e l'allestimento della pianta, prevedeva che, a feste finite, cioè dopo la Befana, l'abete sarebbe finito in qualche discarica.
 
 

GLI ESPERTI
Il problema è che l'albero ha mostrato segni di cedimento in una manciata di giorni, mentre a detta degli esperti, anche senza radici, avrebbe dovuto «resistere» almeno un mese-un mese e mezzo. Lo ha spiegato ieri anche l'associazione italiana che certifica la «gestione sostenibile» delle foreste, la Pefc: il nostro Spelacchio non soffre per le poche radici, dal momento che sono state tagliate subito, perché non si può estirpare un albero così grande. La pianta ordinata dal Campidoglio, ha sottolineato Antonio Brunori, il segretario generale dell'organizzazione, presenta però «traumi oggettivi e va fatta chiarezza su alcuni elementi».

Proprio per fare luce su questo avvilente intrigo di Natale tutto romano, la sindaca ha chiesto ai tecnici comunali un rapporto, che dovrebbe essere messo nero su bianco tra oggi e domani. Qualche punto fermo, gli 007 del Dipartimento Ambiente, lo hanno già stabilito. Per esempio è stato accertato che questo abete di 22 metri in Trentino era perfettamente sano, come dimostrano le varie schede tecniche vagliate alla vigilia del trasporto dagli esperti del Campidoglio. E anche le fotografie scattate prima che iniziasse il viaggio verso la Capitale mostrano un albero in piena salute.

«COPERTURA SBAGLIATA»
Le immagini dell'arrivo in piazza Venezia, invece, già svelano i segni inequivocabili dell'agonia. Cosa è successo allora al povero Spelacchio? Secondo le prime ricostruzioni del Comune, lungo il viaggio sarebbe stato coperto solo parzialmente, lasciando la chioma senza protezione. E per questo il grosso delle foglie sarebbe poi venuto giù. Se così fosse, Palazzo Senatorio potrebbe davvero chiedere di applicare una penale alla ditta che si è occupata del trasporto e del montaggio, al prezzo di 48mila euro (tre volte tanto rispetto all'anno passato). Non salverà la Capitale dalla figuraccia internazionale, ma forse renderà il conto meno caro. L'Avvocatura capitolina potrebbe muoversi a giorni.

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