Elefantino Bernini mutilato, il sovrintendente: «Sfregio per una pallonata tante falle nella sorveglianza»

Elefantino Bernini mutilato, il sovrintendente: «Sfregio per una pallonata tante falle nella sorveglianza»
di Laura Larcan
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Mercoledì 16 Novembre 2016, 08:57 - Ultimo aggiornamento: 16:08
Sovrintendente Claudio Parisi Presicce, sono passate 48 ore dalla constatazione dello sfregio all'Elefantino di piazza della Minerva e ancora non c'è un colpevole. Cosa è successo quella notte?
«Probabilmente le immagini registrate dalle telecamere dell'area non ci consentiranno di comprendere come è avvenuto questo distacco, ma dai racconti che abbiamo raccolto e che sono oggetto delle indagine giudiziaria in corso, si può ipotizzare che sia stato il colpo di una pallonata durante una partita di calcio notturna».

Perché dice che le telecamere non saranno in grado di registrare il momento esatto del distacco?
«Perché non sono puntate sul monumento. Le telecamere presenti nell'area, vale a dire quelle della Biblioteca del Senato, non sono in funzione del controllo del patrimonio monumentale».

Quindi piazza della Minerva non prevede una telecamera sul monumento, collegata con la vostra centrale di monitoraggio?
«No, ma Roma è la città che possiede la rete di controllo esterno più estesa che si conosca. Il patrimonio è enorme, e tuttavia il nostro sistema è il più avanzato tra le città d'arte d'Italia. Abbiamo 2.211 telecamere per sorvegliare i siti di maggiore importanza e notorietà, come le cinque piazze principali: Navona, San Pietro, piazza della Rotonda al Pantheon, di Spagna, del Campidoglio. A queste aggiungo piazza del Colosseo. Inoltre, abbiamo 90 sistemi anti-intrusione, dalla Fontana di Trevi a quella dei Fiumi. Tutti gli allarmi e le immagini rimandano alla nostra Centrale di monitoraggio presidiata 24 ore su 24».

Ma pensa di potenziare il sistema di sicurezza dei monumenti sensibili?
«Naturalmente è implementabile. Così come si possono implementare le tecnologie».

Il ministro della Cultura Dario Franceschini ha detto chiaro e tondo che i Comuni devono fare di più: migliorare il sistema di video-controllo nei luoghi a rischio e inasprire le pene. Lei come risponde?
«Sono d'accordo col ministro: è un'attenzione che va sviluppata sempre di più a macchia d'olio. Non è sufficiente il sistema di sicurezza attuale per garantire l'immenso patrimonio di Roma. Per questo abbiamo già studiato una implementazione delle strutture».

Pensa ad un potenziamento di telecamere integrata ad altri sistemi di sicurezza?
«Sì. L'implementazione è di due tipi: numerica e tecnologica. Alcune telecamere sono legate a sistemi che oggi possono essere migliorati. Ci sono sensori oggi più all'avanguardia rispetto a quelli installati 15 anni fa in occasione del Giubileo del 2000. C'è bisogno di risorse».

Ha un piano economico già pronto?
«Ogni anno occorrerebbe una cifra stanziata appositamente. Quest'anno l'amministrazione ha messo a Bilancio 200mila euro per adeguare il sistema e sostituire le tecnologie desuete. Speriamo che questo investimento si ripeta nei prossimi anni».

Tutto questo basta?
«No. Occorre una sensibilità da parte della cittadinanza perché sia consapevole della delicatezza del patrimonio. Servono campagne educative che pongano al centro dell'attenzione il valore della difesa del patrimonio».

Cosa pensa della cancellata intorno ai monumenti?
«Secondo me le cancellate sono solo un elemento apparente di protezione. In realtà, finiscono per sotrarre dei monumenti alla fruizione culturale. E questo alla lunga crea degrado: i cancelli non sono la soluzione, neppure adesso. E hanno anche un costo elevato».