Sfregio al Divino Amore: i vandali imbrattano il santuario dei romani

Sfregio al Divino Amore: i vandali imbrattano il santuario dei romani
di Elena Panarella
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Martedì 14 Agosto 2018, 10:17
Si è salvata dagli eventi bellici della seconda guerra mondiale, ma non è riuscita a sfuggire ai colpi dei vandali con le bombolette spray. Secoli di storia e di fede che vengono violati con sigle incomprensibili, scarabocchi giganti, nomi, date. E su più parti ricorre una maxi sigla RIR (con la prima lettera girata al contrario), vergata addirittura sull'antico portale del santuario del Divino Amore. E poi ci sono quelle scritte e quelle croci capovolte sul volto di Papa Francesco che fanno davvero indignare i pellegrini in visita: «È una vergogna». Vandali senza pietà. Anzi. «Idioti senza pietà», si lascia sfuggire una signora anziana. La Madonna del Divino Amore è da oltre duecentocinquanta anni un punto di riferimento per i romani. Il suo santuario, sistemato sulla via Ardeatina, nell'antica zona di Castel di Leva, venne edificato nel 1740 anche se il dipinto della Madonna risale alla fine del 1300 e può attribuirsi con tutta probabilità alla scuola romana di Pietro Cavallini. In seguito al primo miracolo, il dipinto fu rimosso dalla torre dell'antico castello su cui era stato affrescato per preservarne l'integrità già seriamente minacciata. Fu solo nel 1940, però, che l'immagine fu oggetto di accurato restauro.

LA RABBIA DEI PELLEGRINI
«Purtroppo la mano degli incivili non si ferma davanti a nulla. Spero solo che si rendano conto del gesto che hanno compiuto», commenta con rammarico un sacerdote che accompagna un gruppetto di suoi parrocchiani. «Devo dire che queste cose ti lasciano grande amarezza - aggiunge Pietro, 78 anni, anche lui in visita - è come se fossero entrati a scrivere sui muri di casa mia. In un certo senso anche rassegnato contro queste mani selvagge che, col tempo, hanno praticamente imbrattato, basta farsi un giro in centro per capire. E ora sono arrivati fin qui».
Le scritte sono apparse già domenica mattina, ma sono stati subito avviati i lavori di restauro. Alcune infatti hanno già subito un primo trattamento. «Colpisce vedere il volto del Papa deturpato da croci e scritte insignificanti», si sfogano due suore. Il santuario del Divino Amore è un punto di riferimento, ma anche una meta di pellegrinaggio molto cara ai fedeli: ogni sabato, dal primo dopo Pasqua all'ultimo di ottobre, se ne tiene uno notturno a piedi con partenza a mezzanotte da piazza di Porta Capena, nei pressi del Circo Massimo. All'alba, dopo aver percorso 14 chilometri si giunge al santuario dove si celebra la messa del pellegrino. Tanti gli ex voto esposti sui muri e nell'antica chiesetta. Così come viene descritto il primo miracolo. Secondo la leggenda, nella primavera del 1740 un pellegrino, diretto alla basilica di San Pietro, si smarrisce nella vicina campagna. Scorti alcuni casali e un castello diroccato in cima ad una collina, si dirige lì sperando di trovare qualcuno che gli dia informazioni per trovare la giusta strada. Viene però assalito da un branco di cani rabbiosi che lo circondano. Ma poi, alzando lo sguardo, si accorge che sulla torre del castello c'è un'icona che raffigura la Vergine con il Bambino. Invoca il suo aiuto per essere salvato. Le bestie che gli sono addosso di colpo si fermano e si dileguano lasciandolo senza un graffio. La notizia si diffonde e la zona diventa presto meta di pellegrinaggi.
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