Regione Lazio: Pirozzi sfida i veti, Berlusconi lo gela

Regione Lazio: Pirozzi sfida i veti, Berlusconi lo gela
di Fabio Rossi
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Giovedì 16 Novembre 2017, 10:51
Nel logo della sua lista, accanto al nome e a una fascia tricolore, c'è l'impronta di uno scarpone: «non un mocassino, ma la scarpa di chi sta con la gente». Un'orma profonda sul terreno che, tanto per mettere le cose in chiaro, «va avanti a destra». Sergio Pirozzi usa le immagini per scacciare subito ogni idea di una trattativa con i tre partiti del centrodestra nazionale, che lo possa portare a fare un passo indietro e appoggiare un altro candidato presidente. «Andrò avanti comunque», dice. Le primarie? «Potevano farle prima, non è un problema mio». E pazienza se Silvio Berlusconi dice di non conoscerlo neppure. Proseguirà la sua corsa anche da solo, se necessario.
LE SCELTE
Il sindaco di Amatrice ufficializza la sua discesa in campo con il suo stile, ormai consolidato e riconoscibile da tutti: look casual, linguaggio diretto e informale, telefonino sul tavolo sempre acceso, per eventuali chiamate urgenti dal suo paese. «Se sarò accusato di non aver fatto squadra io sono preparato a tutto - taglia corto - Ma dico anche: perché non condividere un obiettivo che dice: diamo spazio a chi non ha cambiali, ha sempre lavorato per gli altri?». Come a dire: io ci sono, se volete. Ma se i partiti - Forza Italia, che ha messo il veto, e Fdi, di cui Pirozzi ha rivelato di non avere più la tessera - faranno altre scelte «vuol dire che hanno obiettivi diversi dai nostri e se ne prenderanno la responsabilità».
I PASSI
Pirozzi sottolinea a ogni pie' sospinto la sua natura di candidato operativo, «da battaglia». Dalla settimana prossima, «ascolteremo le periferie, ma il sabato e la domenica, perché durante la settimana sono al lavoro per Amatrice: vogliamo partire da 100-150 famiglie che ci racconteranno le loro storie». Se sarà eletto, però, non sarà più sindaco del Comune martoriato dal terremoto dello scorso anno: «Abbandoni qualcuno se scappi dai problemi - replica secco - Io ho la mia squadra che mi è stata a fianco in questi 14 mesi. Se hai l'opportunità di incidere non solo per quel territorio penso ne valga la pena». Anche perché «qui ci sono tanti che sono terremotati: periferie, piccoli Comuni, associazioni di volontariato».
IL SOCIALE
Nella lista di Pirozzi ci saranno «sindaci, professionisti, esponenti delle associazioni». I quali, se eletti, ogni mese devolveranno mille euro del proprio stipendio per un fondo destinato al sociale. «Non mi candido per bramosia di potere, ma per ridare voce ai territori - spiega - Mi auguro che in questi mesi non ci saranno ritorsioni su Amatrice, diventerei una bestia». Un'affermazione, quest'ultima, alla quale Nicola Zingaretti risponde a stretto giro: «Amatrice non sarà mai terreno di campagna elettorale, sarà sempre il luogo della solidarietà e dell'unità degli italiani», assicura il governatore. Pirozzi ha fatto il primo passo. Il centrodestra, chiusa la partita di Ostia, è chiamato a rispondere.
 
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