Centro, strade chiuse per i ristoranti:
spuntano i cartelli fai-da-te
vietano la sosta ma sono abusivi

Centro, strade chiuse per i ristoranti: spuntano i cartelli fai-da-te vietano la sosta ma sono abusivi
di Elena Panarella
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 3 Settembre 2014, 08:09 - Ultimo aggiornamento: 17:32

Che sia un divieto di sosta, di accesso o strada senza uscita fa poca differenza: senza quei timbri(adesivi) i cartelli sono abusivi. Sì, proprio abusivi. La normativa allegata al codice della strada parla chiaro ma in città la regola è rispettata in pochissime strade. Capita così che il centro storico della Capitale, patrimonio dell’umanità tutelato dall’Unesco, più che a un salotto en plein air assomigli sempre più a una giungla. Basta farsi un giro per rendersene contro.

IL GROVIGLIO

In vicolo della Cancelleria, dietro piazza Navona, all’inizio della via c’è un cartello che segnala strada senza uscita, senza timbri sul retro.

Dopo una sfilza di tavolini all’aperto, la sorpresa: altri cartelli stradali indicano l’obbligo di svolta a destra su corso Vittorio e uno stop. Strano per una strada che, secondo il cartello iniziale, non dovrebbe avere sbocchi. Stessa scena in vicolo Savelli, la traversa successiva. Anche qui un cartello indica «strada senza uscita». Eppure la via finisce su corso Vittorio Emanuele. A bloccarla c’è solo un grosso vaso piazzato in bella mostra al centro della carreggiata. Sul retro del segnale stradale però il timbro non riporta nè il numero dell’ordinanza nè la data. E allora viene da chiedersi: «Ma chi ce li ha messi?». In un Paese che ha rigettato qualsiasi normalità e buon senso comune, due le ipotesi a confronto: una inverosimile, e cioè che il personale tecnico del municipio abbia apposto segnali che piuttosto che favorire la movimentazione di pedoni e veicoli crea autentica follia. E l’altra devastante per il patrimonio pubblico, che soggetti privati per implementare i propri profitti considerino selciati, marciapiedi e carreggiate come prolungamento delle sale da pranzo dove far accomodare i propri clienti. Insomma o burocrati incapaci o imprenditori rapaci. «In molti casi i mezzi di soccorso faticano persino a passare», dicono gli abitanti. Intanto nel retro di ogni segnale stradale dovrebbe essere evidenziato il numero dell’ordinanza comunale che disciplina la circolazione e la sosta. Tutto dovrebbe essere scritto a chiare lettere. Nello stesso spazio, inoltre, sarebbe obbligatorio indicare quale sia l’ente proprietario della strada e che, di conseguenza, istituisce quel divieto o quel senso unico. E come se non bastasse dovrebbe anche essere inciso il nome dell’azienda che ha realizzato quel cartello. Nel centro storico però è tutto un groviglio. Non soltanto perché i segnali sono sistemati in maniera disordinata ma soprattutto perché sono abusivi.

Nelle scorse settimane la decisione del Tar aveva imposto la rimozione dei tavoli che occupavano il suolo stradale a piazza Navona. Da qui una forte presa di posizione degli esercenti, arrivati anche ad una sorta di serrata proprio nei giorni precedenti al Ferragosto. Poi la trattativa con il Campidoglio e l’accordo trovato dopo alcuni giorni nel rispetto del piano di massima occupabilità previsto dall’amministrazione. E così, se nella piazza si è arrivati a una tregua, basta girare l’angolo per rendersi conto che è tutta una facciata: tavoli, panchine, ombrelloni, bancarelle. Tutti irregolari. Pochi hanno il permesso, se qualcuno dopo le prime multe è stato costretto a rimuoverli «molti altri se ne infischiano», si lascia scappare un residente. E intanto a Campo de’ Fiori dopo le prime sanzioni, tutto è fermo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA