Ostia, la scuola elementare ordina la divisa per gli alunni a spese delle famiglie. E sui social impazza la polemica

Ostia, la scuola elementare ordina la divisa per gli alunni a spese delle famiglie. E sui social impazza la polemica
di Alessia Marani e Mara Azzarelli
3 Minuti di Lettura
Venerdì 11 Settembre 2015, 06:14 - Ultimo aggiornamento: 17:04
Per alcuni è una questione di complessi di inferiorità e di status borghese a tutti i costi, per altri al contrario è un sistema per mettere tutti i bimbi sullo stesso piano. All'elementare Mozart dell'Infernetto è scontro sulla decisione della scuola di fare acquistare ai genitori, a partire da quest'anno, delle divise da fare indossare ai piccoli alunni.



Magliette, cappellini e, forse anche felpe con l'arrivo del freddo, su cui fare stampare (sempre a spese delle famiglie) il logo dell'istituto. E d'obbligo sotto pantaloni o gonna blu, o jeans. «Come se invece di andare in una scuola pubblica, i bambini frequentassero una delle private di zona in stile college. Della serie “vorrei ma non posso”, belli fuori e brutti dentro. Con tutti i problemi che ha questo plesso, tutto serviva tranne che farci spendere soldi a noi che già ci autotassiamo per qualsiasi cosa», tuona Daniela Pistagna, vocal trainer e mamma di due alunni.



L'8 SETTEMBRE

Dopo la riunione con i docenti dell'8 settembre un gruppo di 27 mamme e papà ha scritto una lettera al dirigente scolastico, al sindaco, all'assessore alla Scuola e al commissario per il X Municipio in cui si ricorda come «per tutti gli scolari di quarta e quinta classe ci sia un solo bagno a disposizione». «I pensieri e le energie dell'amministrazione scolastica – sottolineano - dovrebbero essere indirizzate su altre questioni». La polemica, però, è rimbalzata sui Social. «Con le magliette uguali per tutti – interviene un'altra mamma - i bambini non faranno i capricci per comprare capi griffati e al di sopra delle possibilità dei genitori». C'è pure chi insinua lo spettro di una speculazione: «Chi fornirà le divise? C'è stato un bando?». La fibrillazione era partita a luglio quando sul sito della scuola, nel pieno delle vacanze, era comparsa una prima comunicazione della preside. È stata subito bufera.



LE COMUNICAZIONI

Tanto che la direttrice Cristiana Tonelli è stata costretta a un chiarimento: «Mi giungono lamentele – scrive - per l'intento espresso sul sito, dopo regolare delibera del Consiglio d'istituto, di proporre ai genitori l'acquisto di una sorta di divisa. Idea nata per evitare di fare indossare i “famigerati” grembiuli; uniformare l'abbigliamento degli alunni che deve essere al di sopra dello status economico delle famiglie; rafforzare il senso di appartenenza alla scuola». Inoltre, «il dubbio che vi sia un qualche interesse economico non ha ragione di esistere». Della stessa idea la vicepreside Cristiana Sottile. «I grembiuli non sono tutti uguali – dice – i bambini benestanti usano quelli dei personaggi dei fumetti in cotone 100%, quelli delle famiglie che hanno risentito della crisi economica usano spesso i più economici che sono acrilici e fanno sentire caldo. Con questa divisa mettiamo tutti sullo stesso piano. E abbiamo creato una sezione sportiva dove regaliamo tuta e borsone, e facciamo fare ai ragazzi sport senza pagare nulla».



La Mozart ospita 1750 ragazzi, mille fra materna ed elementare, a cui è arrivato “l'invito” a comprare le divise. «Dopo la riunione dell'8 settembre, infatti - racconta ancora Pistagna - è stato fatto un rapido sondaggio tra i genitori per classe su divisa sì, divisa no. Io avrò un figlio che andrà con il grembiule, la bambina con la divisa». Roberto T. è furioso: «Mia figlia è in 5^ e ora dovrò buttare il grembiule. Peccato che quelle che ora sbandierano la democraticità dell'iniziativa sono le stesse mamme che poi mandano i figli a scuola con l'Iphone, scarpe da 200 euro, arrivano a scuola col Suv e scelgono gite scolastiche che la metà dei genitori non può permettersi».



La polemica impazza. E c'è qualcuno che chiede di allargare l'esperimento. «Mia figlia va alle medie – dice Roberta Icardi, mamma di una bambina delle medie – peccato che l'iniziativa non riguardi anche lei. In fondo, credo che i genitori debbano fare i genitori e non intromettersi sempre nelle decisioni prese dalle scuole. Specie se funzionano».