Non contenti, i giovani oggi ci riprovano. Dopo una trattativa con le forze dell'ordine che non è andata a buon fine, il collettivo ha deciso di insediarsi lo stesso nello slargo ai piedi del Gazometro. In rete i social network stanno già censendo l'attività di allestimento iniziata alle prime ore del giorno. Monta il caso: come mai dei ragazzi senza alcun tipo di autorizzazione possono sfruttare liberamente un'area pubblica che appartiene al Comune di Roma? Se lo domandano tanto le opposizioni, a partire da Fratelli d'Italia, sia alcuni ex consiglieri grillini (nell'VIII Municipio, dopo le dimissioni del presidente Paolo Pace è decaduto anche il consiglio) che invocano l'intervento della polizia municipale.
«E' molto singolare - analizza Andrea De Priamo, consigliere capitolino di Fratelli d'Italia - che un gruppo di giovani pur non avendo alcun titolo né autorizzazione stiano occupando un'area pubblica in barba a ogni regola. Tra l'altro i residenti di Ostiense sono da tempo esasperati per le numerose manifestazioni, feste e attività che si organizzano nel quartiere. E ora si assiste quasi inermi a vere occupazioni illegali». Ancora più meravigliati due ex consiglieri municipali della Garbatella. «Sono situazioni che danno molto fastidio in linea di principio - aggiunge Marco Salietti - c'è in corso un'irregolarità che andrebbe fermata». «Bisogna chiedere quanto prima - gli fa eco l'ex presidente del consiglio municipale, Enrico Lupardini - spiegazioni agli assessori al Commercio e alla Cultura, Adriano Meloni e Luca Bergamo, che in Municipio seguono i due settori dopo le dimissioni di Pace, per chiedere spiegazioni».
«Riva Ostiense va tutelato - conclude Rita Marocchi, ex consigliera municipale in quota Pd - e per fare qualunque iniziativa è necessario avere i permessi, dal Municipio o da Roma Capitale. Le iniziative non autorizzate rischiano, soprattutto a Riva Ostiense, di aumentare il degrado che da anni vi è in quel luigo. Purtroppo l'assenza dell'Amministrazione municipale nell'ultimo anno non ha consentito di portare avanti nessun progetto di bonifica e riqualificazione».
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