Le prime sanzioni contro lo sciopero bianco dei macchinisti che anche ieri hanno rallentato i treni della metro A e B stanno arrivando. Il 40 per cento, secondo il sindaco, rifiuta di usare il badge elettronico (un tempo si sarebbe detto «di timbrare il cartellino»). All'Atac si stanno valutando tutte le soluzioni, anche le più radicali, come la sostituzione con colleghi acquisiti da altre aziende, ad esempio da Ferrovie.
Il prefetto è stato informato della situazione di crisi e si potrebbe arrivare alla precettazione. L'inchiesta interna sarà conclusa in pochi giorni: se si dovesse dimostrare che alcuni macchinisti hanno applicato delle forme di protesta irregolari, saranno sanzionati o anche licenziati. Allo stesso modo l'Autorità garante degli scioperi attende di ricevere una relazione. Ieri i report sull'andamento del traffico erano ancora negativi: ritardi sulla A e sulla B, appena un treno ogni 30 minuti sulla Roma Lido. In sintesi: prosegue il caos sulla metro.
TRATTATIVA
Oggi l'assessore ai Trasporti, Guido Improta, vedrà i sindacati (da cui è partita la richiesta dell'incontro) per tentare di riallacciare il dialogo.
REAZIONI
I sindacati sanno che la situazione è incandescente. Gianluca Donati, Cisl: «Annullare parte della contrattazione integrativa del personale e modificare in un sol colpo la gestione della vita dei lavoratori non poteva che provocare scossoni». Alessandro Capitani, Cgil, contesta il confronto con i macchinisti dell'Atm di Milano che lavorano 1.200 ore all'anno rispetto alle 736 dei romani: «Gli sprechi di Atac sono altri. Sull'evasione tariffaria, a Milano vengono erogate sanzioni per 8 milioni, a Roma 1,5. Tutto questo in un'azienda che ha 80 dirigenti, di fronte ai 31 di Atm». Alessandro Onorato (Lista Marchini): «Il trasporto pubblico è ormai da terzo mondo e la colpa è sempre di qualcun altro. Al sindaco resta la possibilità di togliere il disturbo».