Scambio di embrioni al Pertini, i Nas: «La biologa sbagliò due volte»

Scambio di embrioni al Pertini, i Nas: «La biologa sbagliò due volte»
di Adelaide Pierucci
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Giovedì 7 Agosto 2014, 08:03 - Ultimo aggiornamento: 11:53

Ci sono due errori della biologa dietro il caso dello scambio di embrioni al Pertini. E la prova regina arrivata da una fotografia, uno scatto fatto al microscopio. Il primo sbaglio: la dottoressa, l'unica in servizio, aveva lavorato su pi provette nello stesso tempo (procedura vietata) invertendo cos per due cognomi simili. Il secondo: non ha dato l'ultima occhiata alla cartella clinica prima di consegnarle al ginecologo. Lo ha provato lo scatto al microscopio lasciato al padre biologico dei bimbi ora contesi. Nella cartella clinica poco prima infatti erano stati classificati diversamente.


Errori, secondo i carabinieri dei Nas, commessi «per negligenza e imprudenza», ma senza volontà e che quindi non porterebbero a prefigurare nessun reato. Eppure gravi, tanto che la battaglia civilistica sta per aprirsi proprio domani. I genitori biologici hanno chiesto di bloccare la registrazione all'anagrafe dei piccoli e la decisione spetterà al giudice.

Teatro dell'abbaglio genetico il laboratorio di biologia. I Nas, che nei giorni scorsi hanno inviato sul tavolo del pm Claudia Alberti l'informativa sul caso, hanno spiegato come è stato possibile cambiare (involontariamente) il papà e la mamma a due bimbi. Per capire l'assurdo bisogna distinguere le provette e due cognomi simili, che chiameremo Rossi e Rossini. Rossi è la coppia più giovane e con la fecondazione in vitro ha ottenuto tre embrioni di classe A (con più alta probabilità di attecchimento). I Rossini, (i genitori attualmente in attesa dei gemelli geneticamente non loro) leggermente più maturi, sulla quarantina, avevano ottenuto due embrioni di classe B e uno di A.

LA RICOSTRUZIONE

Il 6 dicembre i loro destini si incrociano. Insieme ad altre tre coppie devono sottoporsi al transfer degli embrioni. Il pick up (ossia il prelievo degli ovuli e degli spermatozoi) era avvenuto due giorni prima e sulle provette la biologa come sempre aveva scritto con un pennarello i cognomi delle mamme. Fin qui tutto regolare. La dottoressa dopo la coltivazione in vitro scrive sulla cartella clinica la classificazione degli embrioni. I Rossi appunto hanno 3A. I Rossini 1A e 2B. Poi preleva gli embrioni, ormai pronti per l'impianto, e li inserisce in una speciale piastrina a quadretti prima della consegna al ginecologo. E allora rinomina la piastrina (sbagliando) e poi fa una foto al microscopio che consegna al «padre» in attesa. Per svelare il giallo gli investigatori dei Nas chiedono ai Rossi di esibire la loro foto: c'è solo un embrione di classe A e due di B. Non sono loro. E' la prova: i loro tre embrioni A registrati per bene in cartella clinica sono finiti nel grembo di un'altra mamma, una mamma che ora li sente suoi. «Presumibilmente lo scambio è avvenuto nel passaggio delle piastre invertendo i nomi. Infatti la foto evince che alla Rossini è stata assegnata la capsula contenente gli embrioni dei Rossi», scrivono i carabinieri dei Nas. La conclusione: il lavoro della biologa «denota negligenza e imperizia atteso che per evitare lo scambio degli embrioni era sufficiente verificare quanto riportato in cartella clinica. Ciò anche in ragione dei dubbi avanzati dalla Rossi data la presenza di un cognome simile al suo». Intanto la biologa ha lasciato il Pertini. Per ora rischia solo una segnalazione all'ordine.

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